LESOTHO, il paese africano guidato dalle donne
L'articolo è riferito al Lesotho (http://www.lesotho.gov.ls): si tratta di uno stato dell'Africa del Sud, membro del Commonwealth delle nazioni, che è una enclave all'interno del territorio della Repubblica del Sudafrica e quindi uno stato senza sbocco sul mare. Ha una superficie di 30.355 kmq con una popolazione di circa 1.900.000 abitanti: è una monarchia parlamentare indipendente dal 4 ottobre 1966 (la sua capitale è Maseru). V'è da dire che è uno dei paesi meno sviluppati del mondo e la sua economia dipende in larga misura da quella del Sudafrica. Inoltre, vive con una situazione sociale precaria: la mortalità infantile è elevatissima (il 79‰ nel 2003) mentre la speranza di vita è di circa 52 anni. L'emergenza sanitaria è aggravata dalla diffusissima denutrizione. L'analfabetismo è sceso molto, infatti è diminuito di ben dieci punti negli ultimi due anni, ma è comunque alto e nel 2005, ultima stima disponibile, è pari al 19,6%. L'80% della popolazione è dell'etnia dei Basotho, il 18% è di quella degli Zulu e il restante 2% di altre etnie: da un punto di vista religioso, il 42% della popolazione è protestante, il 38% è cattolico, il 15% è animista e il 5% musulmano.
Una breve lezione di geografia che serve a comprendere quello che scriverò di seguito: nel Lesotho il 95% delle donne sa leggere e scrivere (contro l'83% dei maschi), un ministro su cinque è donna, alle donne va oggi il 32% delle poltrone complessivamente disponibili al governo (in Gran Bretagna è il 23%), il Capo della Polizia è donna, il Presidente del Parlamento è donna, buona parte dei giudici più alti è donna, la maggior parte delle persone occupate nelle industrie tessili è donna. Grazie a tutto questo il Lesotho è all'8° posto (su 134 paesi...) della classifica sull'eguaglianza tra i sessi che ogni anno viene stilata dal World Economic Forum (http://www.weforum.org): per citarne alcuni, gli Stati Uniti sono al 19° posto, la Francia al 46°, mentre al 1° posto c'è l'Islanda. E l'Italia? E' 74°...
Secondo la dottoressa Mphu Ramatlapeng, in qualità di ministro della Salute e degli Affari sociali, ciò dipende da vari motivi: potrebbe anche incidere la pandemia di Aids che colpisce soprattutto i maschi, ma il motivo principale sta nell'istruzione pubblica.
In questi ultimi mesi abbiamo dibattuto molto sul ruolo della donna in Italia, soprattutto dopo le vicende dello sfruttamento dell'immagine femminile (vedi Olgettine, veline, prostituzione parlamentare...). Credo proprio che l'Italia dovrebbe imparare da questo paese: vogliamo più donne in Parlamento (con merito, naturalmente) e vogliamo donne ad occupare le alte cariche dello Stato. Forse si riuscirebbe ad uscire dall'impasse in cui versa il Parlamento italiano ormai da molti anni, in quanto costantemente nelle mani dei soliti vecchi maschi italiani. E con quali risultati, poi...
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