giovedì 29 settembre 2011

LA BIOLOGIA E' DEMOCRAZIA MA IN ITALIA...

Sul quotidiano la Repubblica di giovedì 22 settembre 2011 ho trovato un'intervista di Luca Fraioli ad Alberto Redi, accademico dei Lincei e genista dell'Università di Pavia, il quale afferma: "Sono indignato con chi ha le redini del nostro Paese, i politici e i grandi (si fa per dire) pensatori. Non mostrano la benchè minima umiltà nel chiedere di sapere, nell'informarsi sulle conoscenze biologiche necessarie per condurre una società laica e giusta". Si autodefinisce "biologo furioso", che tra l'altro è il titolo del suo saggio uscito in questi giorni e pubblicato da Sironi Editore (224 pagine al costo di 18 euro). E prosegue: "Ho cercato di fare chiarezza su alcuni dei temi più controversi del momento: dalla tutela degli embrioni alla vita artificiale, dalle cellule staminali agli Ogm".
Redi è furioso perchè l'attenzione verso tali argomenti è in Italia pari a zero: basta guardare i politici che si guardano bene dal chiedere un parere alle istituzioni scientifiche in argomenti come l'uso delle staminali, come gli Ogm o come il fine vita. Hanno paura di andare contro il pensiero cattolico che aleggia sulla vita degli italiani, bloccandola. Per non parlare dei giovani scienziati costretti ad andare all'estero per avere un futuro... Ed ha ragione quando dice che oggi in Italia si investe in ricerca meno della Tunisia: così si mette a rischio la democrazia! A tal proposito afferma: "Negli anni '80 i cittadini potevano anche ignorare la fisica delle particelle, potevano non sapere cosa fosse il bosone di Higgs. Ora invece si devono conoscere i risultati ottenuti dai biologi, perchè riguardano tutti. Riguardano il modo in cui verranno alla luce i nostri figli, ciò che mangeremo, come moriremo. Ed ecco il rischio: creare un mondo dove solo una piccola parte dei cittadini, informata e dotata di carta di credito, potrà accedere ai servizi biologici. E questa non è democrazia".
Mi sento pienamente d'accordo quando Redi afferma che le posizioni delle gerarchie ecclesiastiche su temi come le staminali e l'uso dell'embrione sono contro ogni evidenza scientifica. Alla domanda del giornalista "Ma perchè il nostro paese ha così paura della scienza?" Redi risponde testualmente: "La risposta è scritta sul palazzo della Civiltà e del Lavoro all'Eur: siamo un popolo di santi, poeti, artisti, navigatori... solo in ultimo di scienziati. E' il retaggio neoidealista che privilegia la cultura umanista. Ma oggi bisogna sapere di scienza per poter decidere su argomenti come il nucleare, gli Ogm, la fecondazione in vitro".
Personalmente, ho sempre nutrito molti dubbi sugli Ogm, però in generale mi trovo d'accordo con quanto afferma Redi in fatto di scarsa coscienza scientifica nel nostro paese. In tutto ciò moltissima responsabilità ce l'ha la classe politica: e che classe politica...

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