domenica 18 settembre 2011

QUEGLI ASSESSORI ALLA CULTURA...

Ho trovato un interessante articolo la scorsa settimana sull'inserto settimanale Il Venerdì del quotidiano la Repubblica: l'articolo era intitolato "Quegli assessori alla cultura, come barbari tra soldi e sagre", scritto dal giornalista Ruggero Cappuccio (scrittore e regista) nel suo spazio "Zona critica". L'articolo comincia così: "Sareste disposti a sottoporvi a un delicato intervento cardiochirurgico facendovi operare da un apprezzato idraulico di provincia? Vi fareste estirpare un dente affidandovi a un falegname? Evidentemente no. Nelle cose delicate cerchiamo operatori competenti, che realizzino una sintesi tra esprerienza e dedizione. Perchè allora la vita culturale di una nazione deve essere amministrata dall'incompetenza di una falange barbarica che si nasconde sotto la denominazione di assessori alla Cultura?".
Non ha tutti i torti, anzi. L'80% degli assessori alla cultura arriva a tale poltrona pur avendo preso pochi voti rispetto ad altri eletti e avendo distribuito, quando era in Provincia, denaro ai propri amici che si dilettano di musica, danza e teatro. Con quale scopo? Riempire le piazze durante qualche manifestazione, alla sagra paesana, per fare il concertino, il mercatino, e tutto quello che finisce in -ino! La solita propaganda elettorale: in Italia chi vive di politica vive per craere consenso elettorale e basta (e, ahimè, non si dovrebbe vivere di politica...). La cultura è ben altro!
Condivido perfettamente la parte finale dell'articolo del giornalista, che testualmente dice: "I cittadini dovrebbero sapere prima quali siano i candidati designati per un ruolo così delicato. Ma, in una nazione dove sono state abolite anche le preferenze, sarebbe troppo... Una preghiera solidale per gli assessori competenti. Quanto alla maggioranza che specula sulla nazione, Signore perdona loro perchè dicono quel che non sanno, e perdonali anche perchè quello che sanno non lo dicono mai". In un paese come il nostro, dove la cultura fattura ben 40 miliardi di euro all'anno, bisognerebbe prestare più attenzione alla nomina degli assessori alla cultura: cultura che, escludendo il turismo culturale, rappresenta ben il 2,6% del Pil e impiega 550.000 lavoratori. Cultura significa musei, teatri, cinema, festival, siti archeologici, edifici storici, ecc...
Non permettiamoci quindi di mettere in mano a degli incompetenti questo immenso patrimonio culturale: già non possiamo scegliere i rappresentanti del nostro Parlamento... A tal proposito, mancano ancora poche firme per raggiungere la soglia minima di 500.000 firme per poter ricorrere allo strumento del referendum (in questo caso referendum elettorale, utile ad abrogare le attuali norme del cosiddetto Porcellum e tornare al "Mattarellum" che non sarà il migliore dei sistemi elettorali ma almeno ci consentirebbe di eleggere i nostri rappresentanti al Parlamento). Fate il vostro dovere di cittadini: mancano pochissimi giorni alla scadenza della raccolta firme, andate presso il vostro Comune o nelle piazze dove ci sono i banchetti. E dimostriamo di voler cambiare il nostro paese.

Nessun commento: