giovedì 6 ottobre 2011

PRENDI L'ARTE E METTILA DA PARTE...

Così si intitola la lettera del Coordinamento dei Docenti Precari di Storia dell'Arte di Roma, pubblicata nello spazio "Lettere" del settimanale L'Espresso (http://www.espressonline.it/) del 6 ottobre 2011. Voglio pubblicare integralmente il testo della lettera perchè lo condivido pienamente in quanto denuncia la grave situazione che sta vivendo la scuola italiana. Ecco il testo della lettera.
"La riforma (della scuola, ndr) non riduce le ore di storia dell'arte, afferma il ministero dell'Istruzione in un comunicato on line del 13 settembre. E' falso. Lo dimostrano sia l'alto e inusitato numero di docenti di ruolo in esubero quest'anno sul territorio nazionale, sia la drastica riduzione di incarichi annuali che ha lasciato disoccupati tanti precari che avevano ormai cattedra (ogni volta assunti il 1° settembre e licenziati il 30 giugno) da oltre dieci anni. Il MIUR (Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, ndr) si limita a considerare le ore di insegnamento nei licei, e non dice che la disciplina è stata fortemente ridotta negli Istituti Tecnici per il Turismo e del tutto eliminata negli Istituti Professionali di Moda, Grafica, Turismo e in quelli Alberghiero-Turistico nei quali era materia d'indirizzo. Come si può fare a meno della storia dell'arte in un Paese come l'Italia dove il turismo è fatto di città d'arte e i beni culturali rappresentano la principale risorsa? Quanto ai licei, con la riforma al Classico le ore di lezione sarebbero aumentate, ma solo se calcolate rispetto all'orario dell'antico ordinamento, poichè grazie alle diverse sperimentazioni attivate negli anni in tutta Italia, e ora abolite, la disciplina era ormai da molto tempo presente con due ore settimanali per tutti e cinque gli anni. Anche nei licei Linguistici e delle Scienze Umane la materia oggi scompare dal biennio. Chiediamo al ministro di rivedere le sue decisioni ed elevare la storia dell'arte dal ruolo di Cenerentola (cui l'ha relegata) a fiore all'occhiello del sistema nazionale d'istruzione come era".


Già, caro Ministro, glielo chiedo anch'io: come può aver fatto una cosa del genere?

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