mercoledì 26 dicembre 2012

ROTTAMI D'ALTA QUOTA

Ho trovato questa inchiesta sul mensile di Legambiente "La nuova ecologia" (http://www.lanuovaecologia.it), nel suo numero di ottobre 2012: l'articolo si intitola appunto "Rottami d'alta quota" ed è stato scritto da Davide Valeriani. Fa riferimento ad una denuncia del circolo Legambiente di Reggio Emilia (http://www.legambientereggioemilia.it/web/) per voce del suo Presidente Massimo Becchi, relativa a vari impianti sciistici di risalita abbandonati sull'Appennino reggiano. Ad esempio, in località La Romita a Civago di Villa Minozzo (RE) ci sono due impianti di risalita (con annesse stazioni ed un albergo) che salgono sulle pendici del Monte Giovarello, che purtroppo non sono più funzionanti e sono in evidente stato di abbandono: lungo il percorso ci sono i punti di attacco dei cannoni per l'innevamento artificiale (sia idrici che elettrici) mancanti di vari pezzi, mentre nei pressi dell'albergo c'è una struttura metallica aperta in cui è presente un gatto delle nevi e materiale vario (cisterne per il gasolio, attrezzature, materiali plastici e metallici). TUTTO ABBANDONATO DA ANNI! E ancora: sul Monte Ventasso nel Comune di Ramiseto (RE) ci sono due impianti di risalita con relativi macchinari anche qui in evidente stato di abbandono, mentre nell'impianto a fianco, al Lago Calamone, ci sono tralicci e strutture murarie di sostegno, anch'esse abbandonate ma mai smantellate. Alla stazione sciistica di Febbio ci sono alcune auto abbandonate dell'ex Parco regionale del Gigante (ora confluito nel Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano), mentre le strutture per la manutenzione delle piste ospitano vari materiali ammassati a cielo aperto. Addirittura nel punto di ristoro alla partenza della seggiovia Febbio 2000 ci sono ancora le bibite sigillate e le attrezzature del bar, mentre la struttura è stata trasformata in recinto per gli animali. Senza dimenticare che ci sono sparsi ovunque all'aperto bidoni per l'olio e vari materiali.
Il problema purtroppo si sta verificando in tutto l'Appennino ed anche sulle Alpi: parecchi stazioni sciistiche, un tempo affollate, ora sono abbandonate per la neve sempre più scarsa (causa del repentino cambiamento climatico che sta relegando la neve a quote sempre più alte anche d'inverno). Ci si può informare dettagliatamente al link http://tinyurl.com/vette-abbandonate. Il problema non è tanto chiedersi perchè questi impianti cadono in disuso (anche se ci sarebbe da chiedersi profondamente il perchè siano stati realizzati così facilmente...), il problema è che non vengono smantellati, con seri problemi ambientali. Infatti, la normativa dell'USTIF (Ufficio Speciale Trasporti e Impianti Fissi del Ministero dei Trasporti, http://www.mit.gov.it/mit/site.php) prevede che un impianto a fune terrestre che non ha più il nulla osta dell'Ufficio stesso, e che quindi è arrivato a fine vita, deve essere "steso a terra", quindi completamente smantellato. Ma nessuno lo fa, e qui si vede l'assena delle istituzioni. Dove sono? Perchè non intervengono? Se non lo fanno loro, come possiamo noi difendere il nostro territorio? Sarà per la mancanza di fondi, ma i fondi per la protezione ambientale di devono trovare a tutti i costi. Dice Becchi, Presidente di Legambiente Reggio Emilia, e concordo perfettamente con lui: "E' nostro dovere protestare contro queste brutture figlie, probabilmente, di politiche clientelari. Attraverso le Guardie ecologiche volontarie di Legambiente possiamo, e lo faremo, verbalizzare e denunciare per danno ambientale quanto vediamo sul territorio ed inviarlo agli organi competenti e alla Procura della Repubblica".
Ha ragione: dobbiamo far sentire la nostra voce. Anche voi, se vedete uno scempio da denunciare, un attacco al territorio o un'area naturale in pericolo, scrivete una mail (con tanto di foto) a sosnuovaecologia@lanuovaecologia.it, mentre se avete realizzato un video di denuncia su una di queste aree speditelo a web@lanuovaecologia.it. L'aiuto di tutti è fondamentale.

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