martedì 15 gennaio 2013

Premio “Ambientalista dell'anno 2012” a LINDA GUARINO

Ogni anno l'associazione nazionale Legambiente (http://www.legambiente.it) in collaborazione con la rivista mensile “La Nuova Ecologia” (http://www.lanuovaecologia.it) assegna il premio “Luisa Minazzi – Ambientalista dell'anno” (Luisa Minazzi è stata donna-simbolo della lotta contro l'amianto, morta nel 2010: da quest'anno la consegna del premio avviene a Casale Monferrato, che è la città proprio di Luisa Minazzi). Per parecchi mesi si è potuto votare per scegliere l'ambientalista dell'anno tra 10 personalità che si sono contraddistinte per una particolare e personale lotta per un mondo più vivibile. 
Al 1° posto si è classificata Linda Guarino (con 592 voti, su un totale di 2.133), al 2° posto Gaetano Capizzi (Direttore del festival Cinemambiente di Torino, con 509 voti), al 3° posto Claudia Cusimano (giovanissima ecoblogger di “Giornalista nell'erba”, con 277 voti, tra cui il mio), al 4° posto Mattia Donadel (leader dei comitati “Ambiente e territorio" del Brenta, con 217 e voti) e al 5° posto i Salvaciclisti (Movimento per le due ruote, con 175 voti). 
 Ma chi è Linda Guarino? Nata nel 1959 a Valsinni, in provincia di Matera, è docente di inglese nell'Istituto comprensivo “Antonino Rallo” di Favignana, nelle splendide Isole Egadi (in provincia di Trapani). La scuola dove insegna rischiava di chiudere a causa dell'alto turn-over degli insegnanti e delle loro frequenti assenze a causa del maltempo che isolava le isole (scusate il gioco di parole): così, insieme ad altri colleghi ha varato 6 anni fa un progetto che permette alle classi dell'isola di dialogare in tempo reale con quelle del resto d'Italia tramite l'informatica e le nuove tecnologie. Il problema a Favignana era (come in moltissime altre scuole italiane) l'alto turn-over degli insegnanti, che qui tuttavia raggiungeva punte addirittura del 90%: nell'isola per molti anni si sono formate soltanto pluriclassi nella scuola primaria e questa discontinuità ha influito molto sullo spopolamento delle isole. I genitori preferivano infatti iscrivere i propri figli alle scuole della terraferma, spostandosi nei centri costieri con tutta la famiglia. Il metodo sembra abbia funzionato: dall'inizio della sperimentazione nessun genitore ha lasciato l'isola di Favignana fino alla conclusione del primo ciclo di studi dei propri figli. Alla domanda su che cosa significa per lei innovazione, l'insegnante risponde: “Le tecnologie da sole non portano necessariamente innovazione, né la velocità degli strumenti informatici assicura l'apprendimento. Pensare a soluzioni diverse da quelle della classe chiusa fra quattro pareti significava innanzitutto immaginare una dimensione diversa dall'apprendimento, concepire l'aula come laboratorio sia per i nostri studenti, sia per gli stessi docenti, che, attraverso la sperimentazione, possono riflettere sulle proprie pratiche educative. Gli insegnanti che ci lasciano per altre scuole, ormai con rimpianto, sanno di aver sperimentato un modo diverso di fare scuola che potranno utilizzare in altri contesti, con altri ragazzi, con altri colleghi”
Concludo con una frase della stessa insegnante, che è piena di verità: “In un mondo che si sviluppa solo grazie alla capacità di creare innovazione in ogni settore è evidente il ruolo sempre maggiore del capitale cognitivo. La scuola è ovviamente centrale in questo processo e l'esperienza di questo esperimento ha confermato la grande attenzione delle nostre comunità perché i ragazzi, a partire dai luoghi di apprendimento, diventino soggetti attivi, capaci di costruire nuove prospettive anche professionali in un contesto sempre più complesso”. I miei personali complimenti carissima signora Guarino: l'Italia ha tremendamente bisogno di persone come Lei.

Nessun commento: