domenica 17 febbraio 2013

FAI: ecco i luoghi del cuore più votati

Si è tenuto alla fine dello scorso anno il censimento denominato “Il luogo del cuore” organizzato dal FAI (Fondo ambiente Italiano, http://www.fondoambiente.it), nel quale chiunque poteva votare un proprio luogo del cuore italiano (un monumento, un sito, un paesaggio, ecc...) che secondo lui era meritevole di essere protetto e/o recuperato. Questo censimento spontaneo del patrimonio artistico e culturale (così come l'ha definito Carlo Brambilla nel suo articolo sul quotidiano la Repubblica del 15 febbraio 2013) mette in gara tra loro gruppi di cittadini impegnati nella difesa di questo patrimonio: ebbene, nell'ultima edizione hanno votato ben un milione di persone, il doppio dell'ultima volta (nel 2011) e addirittura 40 volte di più del primo censimento del 2003 (quando votarono 24.200 persone). Dice Giulia Maria Mozzoni Crespi, presidente onorario del FAI: “In questo momento di crisi e di confusione un milione di cittadini hanno voluto esprimersi con chiarezza, segno che continuano ad aumentare gli italiani che hanno capito l'importanza del paesaggio che ancora resiste intorno a loro”. Quali sono stati i luoghi più votati? Eccoli.
Al 1° posto la Cittadella di Alessandria, con 53.953 voti. Fatta costruire per volere di Vittorio Amedeo II di Savoia tra il 1726 e il 1728, costituisce uno dei più grandiosi monumenti europei nell’ambito della fortificazione permanente del XVIII secolo, uno dei pochi ancora esistenti in Europa (http://www.cittadelladialessandria.it e http://it.wikipedia.org/wiki/Cittadella_di_Alessandria). Tra le meglio conservate d'Italia, sorge sulla sponda sinistra del fiume Tanaro, nel comune di Alessandria. Dal 2006 la cittadella (già monumento nazionale) è stata inserita nella "Tentative List" per la candidatura alla Lista del Patrimonio Mondiale dell'Umanità UNESCO. Sui bastioni della cittadella venne innalzato il 10 marzo 1821, per la prima volta nella storia d'Italia, il vessillo tricolore da parte del congiurato colonnello Ansaldi. Oggi versa purtroppo in stato di totale abbandono, invasa da piante infestanti. Il progetto di recupero del FAI prevede il lavoro volontario di 800 detenuti del carcere di Alessandria che si sono resi disponibili per ripulire l'area. Davvero un peccato che un gioiello architettonico così versi in queste condizioni e che lo Stato non se ne faccia garante.
Al 2° posto si è classificata la Chiesa di San Nicola a San Paolo di Civitate, in provincia di Foggia, con 53.394 voti. Fondata nel '600 e distrutta con il terremoto del 1627, venne ricostruita entro il 1709: si tratta di una splendida chiesa a struttura barocca, con navata a sviluppo elissoidale. Ora è chiusa al culto dal 1999 ed interamente puntellata per la messa in sicurezza: per salvarla un comitato locale di cittadini ha mobilitato i foggiani in Italia e all'estero.
Al 3° posto un altro monumento foggiano, l'Abbazia Benedettina della SS. Trinità di Monte Sacro, sul Gargano. Costruita fra il X e l'XI secolo, comprende la chiesa abbaziale con la torre campanaria, le celle del dormitorio, il battistero, il refettorio con la cucina, cisterne, chiostro, cortile, magazzini, stalle e torre di vedetta. La chiesa presenta la facciata scandita da tre grandi arcate cieche a sesto acuto poggiate su colonne con capitelli che reggono gli archi del pronao e incorniciano il portale di accesso con lunetta decorata a intreccio geometrico. L'aula a tre navate absidate è divisa in cinque campate, con archi sorretti da pilastri. Sulla pareti dell'abside si notano tracce di affreschi. Poco lontano è il battistero a pianta quadra. Addossata al lungo dormitorio è la piccola cappella con abside. L'area è oggetto di studio da parte del Germanisches Museum di Norimberga.
Al 4° posto c'è il Rione Sanità di Napoli. Sorge ai piedi della collina di Capodimonte, a nord del nucleo storico: fu edificato alla fine del XVI secolo in un vallone utilizzato sin dall'epoca greco-romana come luogo di sepoltura. In questo rione sono sorti ipogei ellenistici e catacombe paleocristiane, come quelle di San Gennaro e San Gaudioso, stringendo una forte relazione tra uomo e morte che si è protratta nei secoli, dimostrata dal cimitero delle Fontanelle, adoperato per ospitare le vittime della grande peste del 1656. Ora vi si vuole realizzare il Museo di Totò.
Al 5° posto si è classificato il Real Sito di Carditello a San Tammaro, in provincia di Caserta: la tenuta (http://www.comune.santammaro.ce.it/content/real-sito-di-carditello) faceva parte di un gruppo di 22 siti della dinastia reale dei Borbone di Napoli posti nella Terra di Lavoro: questi siti non erano solo semplici luoghi per lo svago (soprattutto per la caccia) della famiglia reale borbonica e della sua corte, poiché in alcuni casi costituivano vere e proprie aziende, espressione di imprenditoria ispirata dalle idee illuministiche in voga in quei tempi. E' un complesso architettonico sobrio ed elegante di stile neoclassico, destinato da Carlo di Borbone (1716-1788) a luogo per la caccia e l'allevamento di cavalli e poi trasformato per volontà di Ferdinando IV di Borbone (1751-1825) in una fattoria modello per la coltivazione del grano e l'allevamento di razze pregiate di cavalli e bovini. Era immerso in una vasta tenuta ricca di boschi, pascoli e terreni seminativi, e si estendeva su di una superficie di 6.305 moggia capuane, corrispondenti a circa 2.100 ettari.
La lista intera sul sito http://www.fondoambiente.it. Condivido quanto scrive Carlo Brambilla nel suo articolo, ovvero che il censimento permette concretamente di combattere affinchè si aprano cantieri per il recupero dei siti. E condivido appieno anche quanto dice Marco Magnifico, vicepresidente del FAI: “L'intervento del FAI rappresenta il punto di partenza per innescare un circuito virtuoso di mobilitazione, capace di coinvolgere più soggetti possibile, dal Ministero dei Beni Culturali ai singoli cittadini”. C'è bisogno di tutti.

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