domenica 17 febbraio 2013

Profumo di storia a VENEZIA

Si intitola proprio “Profumo di storia” l'articolo di Raimonda Boriani pubblicato sul settimanale L'Espresso del 14 febbraio 2013, dedicato a quello che sarà il primo museo italiano dedicato alla profumeria. Apre così il suo articolo: “Curiosare in un museo col naso all'insù. Mettere alla prova il proprio olfatto, sperimentando l'odore di essenze inedite come l'ambracane, lo stirax o l'olibano. E scoprire, attraverso ricettari antichi, boccette, manuali di cosmetica, la vocazione millenaria che colloca l'Italia, e in particolare Venezia, tra i capostipiti della tradizione profumiera mondiale”. Eh sì, perchè il museo sorgerà proprio a Venezia, presso Palazzo Mocenigo, sede del "Centro Studi di Storia del Tessuto e del Costume" (il palazzo è situato nel sestiere di Santa Croce, lungo la Salizada di San Stae. Palazzo Mocenigo, già esistente nel Cinquecento, è, nelle attuali caratteristiche, di impronta seicentesca, frutto dei lavori di ristrutturazione che la famiglia Mocenigo effettuò sul palazzo agli inizi del XVII secolo, per abitarvi fino al primo Novecento. È il 1945 quando l'ultimo esponente della famiglia, Alvise Nicolò Mocenigo, lascia in eredità al comune di Venezia l'edificio, che diventa una galleria d'arte, ancora oggi attiva, assieme agli uffici del Centro Studi di Storia del Tessuto e del Costume, aperto negli anni '80).
Il nuovo Museo sarà aperto alla fine dei lavori di ristrutturazione del palazzo, prevista per giugno-luglio 2013. Dice Chiara Squarcina, responsabile del Museo di Palazzo Mocenigo Centro Studi di Storia del Tessuto e del Costume: “Da sempre il concetto di moda aggrega declinazioni estetiche. In questa alchimia, tesa a sollecitare i cinque sensi, il profumo assume un ruolo importante quale tradzione olfattiva del messaggio simbolico affidato a forme e stili di abiti ed accessori. Dedicare una sezione al profumo e alla sua storia significa indirettamente approfondire un capitolo da sempre legato alla moda, quale accessorio invisibile ma determinante nel linguaggio della seduzione estetica”. La nuova sezione dedicata al profumo avrà oltre 2.500 oggetti da esposizione e pezzi databili fino al 2.000 a.C.: ci sarà, tra gli altri, anche il prezioso manuale di cosmetica “I Notandissimi secreti de l'Arte Profumatoria” del 1555, primo ricettario d'Occidente che cataloga con approcio scientifico più di 300 formule di cosmetici allora in uso a Venezia. E infatti Venezia è stata per secoli il fulco della profumeria, già fin dall'XI secolo quando la principessa bizantina Teodora sposò il doge veneziano introducendo in città i costumi orinetali, fino ad allora sconosciuti in Europa. E proprio a Venezia furono apportati vari affinamenti produttivi nel campo della profumeria, come la diluizione del profumo in alcool e l'invenzione del sapone come prodotto per l'igiene personale (storia del sapone al link http://sapone.ilbello.com/storia.php).
Dice Marco Vidal, responsabile del progetto Percorso del profumo: “L'aspetto sicuramente più interessante del progetto sarà l'interattività attraverso le stazioni olfattive, gli spazi dedicati alla didattica e i seminari per approfondire il mondo della cosmesi. Parallelamente al progetto museale, lanceremo il marchio The Merchant of Venice, che tradurrà il patrimonio culturale trattato nel museo in una linea di profumi, ispirati al ricettario cinquecentesco, e diverse essenze che avranno la stessa derivazione geografica di 500 anni fa”.

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