domenica 10 febbraio 2013

Lotta al MERCURIO

Il mercurio è un elemento chimico con simbolo Hg e numero atomico 80. Si tratta di un metallo di transizione pesante, avente colore argenteo. È uno degli elementi della tavola periodica a essere liquido a temperatura ambiente, insieme al bromo e ad altri elementi. Il mercurio trova principale impiego nella preparazione di prodotti chimici industriali e in campo elettrico ed elettronico. Viene usato nei termometri, barometri, sfigmomanometri, coulombometri, pompe a diffusione e molti altri strumenti da laboratorio, scelto perché liquido, opaco e di alta densità. Tra i suoi impieghi in campo elettrico ed elettronico rientrano la realizzazione di interruttori, elettrodi, pile. In campo medico, l'amalgama di mercurio con altri metalli è usato per realizzare le otturazioni dentali. Il mercurio era già noto in tempi antichi in Cina e India; fu anche rinvenuto in tombe dell'Antico Egitto risalenti al 1500 a.C. In Cina, India e Tibet si riteneva che il mercurio prolungasse la vita, curasse le fratture e aiutasse a conservare la buona salute. Si narra che il primo imperatore della Cina, Qin Shi Huang Di, sia impazzito e quindi morto per l'ingestione di pillole di mercurio che nelle intenzioni avrebbero dovuto garantirgli vita eterna. Gli antichi greci e romani lo usavano negli unguenti e come cosmetico. Per maggiori informazioni http://it.wikipedia.org/wiki/Mercurio_(elemento_chimico).
Perchè parlo del MERCURIO? Perchè lo scorso fine gennaio i rappresentanti di 140 nazioni di tutto il mondo si sono ritrovati a Ginevra per mettere a punto il primo accordo internazionale che eliminerà nel tempo le emissioni nell'ambiente di mercurio, che è molto tossico ed aggredisce molti organi umani (soprattutto cervello e sistema nervoso): l'accordo sarà firmato il prossimo mese di ottobre a Minamata, piccolo villaggio giapponese dove si scoprirono gli effetti devastanti del mercurio. In questo villaggio tutto partì negli anni '50 dai gatti che giravano in circolo per ore prima di cadere a terra morti; poi cominciarono a morire anche essere umani, a centinaia, mentre erano sempre di più i bambini che nascevano con hadicap. Dopo vari anni di studi si capì che l'industria chimica Chisso scaricava il mercurio dei processi lavorativi nella baia del villaggio e questo avvelenava il pesce che poi era alimento degli esseri umani (e dei gatti).
Apprendo la notizia da un articolo di Alex Saragosa sull'inserto “Il Venerdì” del quotidiano la Repebblica dell'8 febbraio 2013. Spiega Nicola Pirrone, dell'Istituto sull'inquinamento atmosferico del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche, http://www.cnr.it) che nei prossimi anni coordinerà per l'ONU il monitoraggio globale dell'inquinamento da mercurio: “La riunione di Ginevra è solo un primissimo passo. Superando la resistenza di molti Paesi, come Cina, Australia e India, si è finalmente deciso di considerare le emissioni di mercurio un problema globale, e non una questione delle singole nazioni”. Come spiega lo stesso Pirrone, il mercurio una volta rilasciato come vapore in atmosfera va dove vuole, quindi si deposita in mare dove, trasformato dai batteri in metilmercurio, entra nella catena alimentare e la risale fino ad arrivare ai grandi predatori marini, finendo poi nell'organismo delle persone che si cibano di questo pesce. Quello del mercurio è un problema davvero serio, viste le grandi quantità che vengono ancora impiegate: ogni anno le attività umane rilasciano in atmosfera ben 2.300 tonnellate di mercurio (9 provengono dall'Italia) che derivano da centrali elettriche a carbone, inceneritori di rifiuti, miniere d'oro (il mercurio infatti sciglie l'oro), ecc..., mentre altre 1.500 tonnellate vengono immesse in atmosfera da fenomeni naturali come i vulcani.
Noi nel nostro piccolo possiamo fare la nostra parte: premesso che in una corretta filiera della raccolta differenziata gli inceneritori non servono, stiamo attenti a non buttare nel rifiuto secco oggetti che contengono mercurio (come lampadine fluorescenti, vecchi termometri, apparecchi elettronici, ecc...), ma portiamoli al vicino ecocentro che poi saprà come smaltirli correttamente (quindi avviandoli al riciclo).

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