mercoledì 25 settembre 2013

Il paradosso dell'ISOLA BISENTINA

Si tratta di un'isola posta nel Lago di Bolsena, in provincia di Viterbo. L'isola Bisentina è la maggiore del lago per superficie (17 ha) e può essere circumnavigata con dei battelli turistici che partono sia dal porto di Bolsena e sia dal porto di Capodimonte. Conserva una natura quasi incontaminata con folti boschi di leccio, giardini all'italiana, panorami incantevoli e numerosi monumenti. Sono un esempio la chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo, con l'imponente cupola realizzata dal Vignola, osservabile anche dalla riva occidentale del lago, il convento Francescano e la villa dell'isola. Sono presenti sull'isola sette cappelle, tra le quali vi sono la Rocchina (il cui nome deriva dal fatto che riproduce, in dimensioni ridotte, la Rocca sulla riva di Capodimonte), la chiesa di Santa Caterina, la cappella del Crocefisso con affreschi del Quattrocento. Si ricorda anche l'orribile Malta dei Papa, carcere a vita scavato nella terra destinato ai condannati per eresia dotato di un solo piccolo buco per la luce. Si possono trovare anche due statue, di cui una monumentale, di leone: una locata sulle scale che portano alla cima del monte Tabor, l'altra, la più grande, sulla lingua orientale dell'isola. Si possono ammirare inoltre bellissime insenature, la cima collinare del monte Tabor, sotto la quale si trova un'antica colombaia, gli strapiombi rocciosi sull'azzurro del lago ad Ested infine la parte verdeggiante sul lato meridionale verso il paese di Capodimonte. Gli etruschi e i romani hanno lasciato solo poche tracce della loro permanenza sull'isola. Nel IX secolo vi si rifugiarono gli abitanti della vicina Bisenzio (che gli diede il nome) distrutta dai Saraceni. A metà Duecento divenne proprietà dei signori di Bisenzio che in seguito a controversie con gli isolani l'incendiarono abbandonandola. Nel 1261, Urbano IV riconquistò l'isola che nel 1333 fu nuovamente distrutta da Ludovico il Bavaro, accusato d'eresia e scomunicato dal Papa. Proprietà dei Farnese dal 1400 conobbe un periodo di gran prosperità, fu visitata da numerosi Papi e dai Farnese e fu inglobata nei territori del ducato di Castro. Tornata alla Chiesa, nell'Ottocento divenne proprietà privata e attualmente appartiene alla famiglia aristocratica dei Principi del Drago che a Bolsena posseggono un palazzo. Nella chiesa dei SS. Giacomo e Cristoforo (oggi in completa rovina) sarebbe sepolto, nella tomba di famiglia, Pier Luigi Farnese, signore di Parma e Piacenza, condottiero militare, dalla discussa fama. Durante la seconda guerra mondiale, il leccio millenario vicino al ponte, cavo all'interno, fu usato dagli uomini della famiglia del Drago e dai loro servitori per sfuggire ai tedeschi. È stata anche set per un filmdi Carlo Verdone. Fonte http://it.wikipedia.org/wiki/Lago_di_Bolsena.
Scrivo questo per cogliere un grido d'allarme pubblicato sull'inserto “Il Venerdì” del quotidiano la Repubblica del 13 settembre 2013 relativo all'abbandono dell'isola e alle mille difficoltà per rilanciarla. L'isola infatti da 5 anni è chiusa al pubblico: i suoi monumenti hanno bisogno di manutenzione, in particolare il monastero e la chiesa principale (quella dedicata ai Santi Giacomo e Cristoforo, con la cupola realizzata dal Vignola: Jacopo Barozzi da Vignola, detto comunemente Il Vignola è stato un architetto, teorico dell'architettura e trattatista italiano, http://it.wikipedia.org/wiki/Jacopo_Barozzi_da_Vignola). Purtroppo il Comune non ha soldi per finanziare i lavori, soldi che potrebbero però arrivare dal turismo: ma la proprietaria dell'isola, la principessa Elika del Drago, vorrebbe riaprire l'isola al turismo ma si sta scontrando con la burocrazia e non ci riesce. E l'assenza delle istituzioni non la sta aiutando di certo... La sistemazione dei monumenti dell'isola richiede somme ingenti di denaro che non possono essere disponibili da un privato: la stessa principessa negli anni ha già ristrutturato con risorse proprie le cappelle del Crocefisso e del Monte Tabor, le loro pitture, e la tettoia del porto, ma servono molti altri soldi. 
È davvero un paradosso: avere angoli così belli e così ricchi di storia e cultura che non possono essere fruibili dal grande pubblico in quanto non ci sono fondi. È una delle tante storie che riguardano migliaia di monumenti sparsi nel nostro paese: e come sempre la cultura è messa in disparte (e con essa turismo ed introiti). Ma dov'è il Ministero dei Beni Culturali?

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