mercoledì 25 settembre 2013

DISCARICHE BOCCIATE

E' questo il titolo di un articolo di Andrea Palladino pubblicato sul settimanale L'Espresso (http://espresso.repubblica.it/) del 5 settembre 2013 e parla di una circolare del Ministero dell'Ambiente (http://www.minambiente.it) del 6 agosto 2013, firmato dal nuovo ministro Andrea Orlando, che è stata fatta dopo l'avvio di una infrazione verso di noi da parte della Comunità Europea per milioni di euro in quanto è da considerarsi totalmente illegale la vecchia pratica di buttare la spazzatura non trattata nelle discariche. È bene sapere che questa pratica viene, ahimè, praticata nella metà delle discariche italiane, con punte dell'89% al Sud Italia e del 69% nel Centro Italia: qui bisognerà trovare molto presto una soluzione, anche perché da un momento all'altro le procure potrebbero intervenire contro i gestori delle discariche e contro i conferitori. 
Tutto questo era partito nel 2011 quando la Commissione europea aveva avviato una procedura d'infrazione relativa alle gestione delle discariche nel Lazio, contestando il mancato trattamento di centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti, che venivano stoccati nelle discariche senza alcun accorgimento con rischi gravissimi per l'ambiente e per la salute umana. Ormai da almeno 10 anni vige in tutta Europa l'obbligo di separare almeno la frazione organica (il cosiddetto umido) dalla spazzatura, ovunque tranne che da noi... La direttiva comunitaria del 1999 (che è stata recepita dallo Stato italiano nel 2003) impone che la frazione umida sia divisa dalla spazzatura, e resa innocua tramite l'essiccazione e il trattamento biologico, mentre in discarica il cosiddetto umido ci dovrebbe finire solo quando è stato trasformato in terriccio inerte. Ma nonostante l'obbligo, in Italia si è continuato a fare come si vuole, e questo grazie anche ad un aiutino nel 2009 da parte del governo (allora ministro dell'Ambiente era Stefania Prestigiacomo): infatti il 30 giugno 2009 le Regioni avevano ricevuto un'interpretazione molto generosa sull'obbligo di trattare i rifiuti, interpretando la norma seguente: “Riguardo alla trito vagliatura... può rispondere ai requisiti della norma comunitaria”, cosicchè bastava macinare i sacchetti con l'umido prima di buttarli in discarica per aggirare l'ostacolo. E così moltissime discariche hanno fatto, evitando quindi gli investimenti per realizzare gli impianti di trattamento della parte umida dei rifiuti. Le solite cose all'italiana... E' proprio in questo che la Commissione europea contesta all'Italia la violazione delle direttive europee sui rifiuti, scrivendoci (giustamente) che la compressione e triturazione del rifiuto umido in discarica non evita le conseguenze molto negative che ciò ha sull'ambiente e di conseguenza sulla salute umana. 
Ma in che mani siamo? Ripeto: ma in che mani siamo? Pure nella raccolta differenziata siamo ridicoli agli occhi dell'Europa... E pensare che le discariche dovrebbe ospitare solo quella minima parte (forse 10-20% del totale) del cosiddetto "rifiuto secco", visto che tutto il resto si può riciclare. E' prima di tutto una questione culturale, etica e morale, oltre che ambientale e sanitaria.

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