martedì 29 ottobre 2013

ALLARME CEMENTO sulle coste della Sardegna

Preservare, tutelare, valorizzare e tramandare alle generazioni future l'identità ambientale, storica, culturale e insediativa del territorio sardo; proteggere e tutelare il paesaggio culturale e naturale e la relativa biodiversità; assicurare la salvaguardia del territorio e promuoverne forme di sviluppo sostenibile, al fine di conservarne e migliorarne le qualità. E' questo l'obiettivo del Piano Paesaggistico Regionale (PPR) della Sardegna, prima Regione italiana ad averne approvato uno secondo le direttive espresse nel Codice dei Beni Culturali. Un provvedimento fondamentale, in quanto proprio il PPR costituisce il quadro di riferimento e di coordinamento per lo sviluppo sostenibile dell'intero territorio regionale, degli atti di programmazione e pianificazione regionale, provinciale e locale. Grazie a questo Piano, infatti, la Regione Sardegna è in grado di riconoscere i caratteri, le tipologie, le forme e gli innumerevoli punti di vista del paesaggio sardo attraverso le interazioni della naturalità, della storia e della cultura delle popolazioni locali, considerandoli fondamentali per lo sviluppo, tutelandoli e ne promuove la valorizzazione. Questo scriveva alcuna anni fa il sito http://www.fondoambiente.it/Index.aspx a proposito del Piano Paesaggistico della Sardegna, un piano voluto dal precedente Presidente della Regione Renato Soru (politicamente di centro-sinistra) che impedisce la costruzione di edifici in una fascia di protezione dalla battigia della larghezza di ml 300 lungo tutte le coste sarde, per evitare la distruzione degli habitat naturali di questa bellissima isola, avvenuta purtroppo nei decenni precedenti. Per maggiori informazioni http://www.sardegnaterritorio.it/paesaggio/pianopaesaggistico.html
Ma come dice lo stesso Fondo Ambiente Italiano, questo piano tuttavia è ostacolato da molti: da chi ha interessi a fare della Sardegna un luogo ideale per la speculazione edilizia, da alcuni Amministratori insensibili alla tutela del paesaggio, da chi vorrebbe difendere interessi privati a scapito del bene comune, da chi sostiene un liberismo sfrenato e chiede un mondo senza regole. E infatti proprio in questi giorni è circolata la notizia (vera, ahimè) che l'attuale Presidente della Regione Ugo Cappellacci (politicamente di centro-destra) ha approvato una delibera per cancellare questo Piano paesaggistico, delibera che tra pochi mesi dovrà essere esaminata dal Consiglio Regionale (tra poco partirà la campagna elettorale per le Regionali...). Cosa prevede la delibera? Prevede entro questa fascia di rispetto di 300 metri: meno vincoli per l'edilizia, spazio ai campi da golf con residence e club house, più poteri ai Comuni, ristrutturazioni dell'esistente, restrizioni solo per fiumi e torrenti di rilievo paesaggistico, attenzione solo per i centri storici di pregio e più libertà di manovra per gli altri. E il nuovo progetto urbanistico si chiamerà “Piano paesaggistico dei sardi”... Dice il Ministero per i Beni Culturali, che ha subito stoppato l'iniziativa: “Un'iniziativa assunta dalla Regione Sardegna in modo unilaterale: attualmente sono in itinere tutte le attività inerenti la co-pianificazione prevista dal Codice Urbani”. Ricordo che il Codice Urbani è il "Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio" emanato con il Decreto Legislativo n° 42 del 22 gennaio 2004 che attribuisce al Ministero per i Beni e le Attività Culturali il compito di tutelare, conservare e valorizzare il patrimonio culturale dell'Italia, invitando alla stesura di piani paesaggistici meglio definiti come "piani urbanistico territoriali con specifica attenzione ai valori paesaggistici". 
È davvero inquietante che per meri scopi elettorali (siamo alla vigilia della campagna elettorale per le Regionali) si voglia prendere i voti di passibili costruttori (e familiari) senza tener conto di un territorio costiero come quello sardo già deturpato in passato e che per le sue bellezze naturali ci invidiano in tutto il mondo. La protezione del nostro territorio deve essere al di sopra di tutto e di tutti.

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