martedì 22 ottobre 2013

GIORNATA DEL RIFUGIATO da ricordare

Abbiamo ancora vive nella memoria le tragedie che hanno coinvolto nelle ultime settimane i profughi in arrivo verso Lampedusa. A tal proposito pubblico integralmente la lettera di un lettore pubblicata sul quotidiano la Repubblica del 9 ottobre 2013. "Dal 2001, ogni 20 giugno, con la Giornata Mondiale del Rifugiato, viene ricordata la Convenzione sullo Stato dei Profughi approvata dall'ONU nel 1951. Ma c'è stato anche un Anno Mondiale del Rifugiato di cui si è perduta la memoria, dichiarato tale sempre dall'ONU da giugno '59 a giuno '60. Ebbe risonanza internazionale tanto che furono emessi francobolli commemorativi dalle Poste di vari Paesi compreso il nostro. La nostra emissione reca le immagini di 3 uomini, in nudità classica e muscolatura degli eroi, tratte dall'affresco di Raffaello (a.1514 – Stanza vaticana detta dell'incendio del Borgo). I tre sono Enea che porta il padre Anchise sulle spalle e Ascanio che li accompagna. Il riferimento all'incendio di Troia e alla leggenda della fuga di Enea con l'arrivo sulle coste del Lazio e all'inizio della stirpe dei fondatori di Roma è noto. Gente turca quindi e, poichè una leggenda la si sceglie senza esservi obbligati, accolta fin dalle origini della nostra storia da quelle che furono la città, la repubblica e l'impero più cosmopoliti della storia del mondo. Tanto per capirci: i Celti di Brenno misero a sacco Roma sì, ma distrussero... Bergamo"
Vale la pena ricordare che (fonte wikipedia.it) la Giornata internazionale del rifugiato, indetta dalle Nazioni Unite, viene celebrata il 20 giugno per commemorare l'approvazione nel 1951 della Convenzione sui profughi (Convention Relating to the Status of Refugees) da parte dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Venne celebrata per la prima volta il 20 giugno 2001, nel cinquantesimo anniversario della suddetta Convenzione. Ogni anno l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) seleziona un tema comune per coordinare gli eventi celebrativi in tutto il mondo. Il rifugiato è colui "che temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trova fuori del Paese di cui è cittadino e non può o non vuole, a causa di questo timore, avvalersi della protezione di questo Paese; oppure che, non avendo cittadinanza e trovandosi fuori del Paese in cui aveva residenza abituale a seguito di tali avvenimenti, non può o non vuole tornarvi per il timore di cui sopra" [Articolo 1A della Convenzione di Ginevra del 1951 relativa allo status dei rifugiati]. Fonte http://www.unhcr.it/news/dir/13/convenzione-di-ginevra.html
La Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo riconosce il diritto d'asilo all'art. 14 come diritto di cercare e di godere in altri paesi asilo dalle persecuzioni, non invocabile, però, da chi sia realmente ricercato per reati non politici o per azioni contrarie ai fini e ai princìpi delle Nazioni Unite. Hanno dunque diritto di asilo i "rifugiati". Quello di "rifugiato" è uno status riconosciuto, secondo il diritto internazionale (art. 1 della Convenzione di Ginevra relativa allo status dei rifugiati del 1951), a chiunque si trovi al di fuori del proprio paese e non possa ritornarvi a causa del fondato timore di subire violenze o persecuzioni. Fonte http://it.wikipedia.org/wiki/Diritto_di_asilo
Ricordare queste cose non fai mai male, anzi. Dovrebbe bastare questo ad aprire le coscienze umane e a capire che, tra le varie cose, il reato di clandestinità è un'offesa al buon senso e al prossimo: per un credente il Vangelo dovrebbe essere eloquente in questo, per un non credente lo dovrebbe essere un libro di storia o di educazione civica.

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