mercoledì 2 ottobre 2013

L'avvelenamento della TERRA DEI FUOCHI

Pochi giorni fa ho dedicato un post alla frase del cardinale di Napoli Sepe (“No la comunione a chi inquina”), riferita a coloro che da anni stanno inquinando la zona a nord di Napoli bruciando illegalmente rifiuti tossici. Questa zona è stata denominata la “Terra dei fuochi” (http://www.laterradeifuochi.it/) e ne ha dedicato un articolo Roberto Saviano sul settimanale L'Espresso del 3 ottobre 2013 (quello di questa settimana). 
Lo scrittore nel suo articolo fa due elenchi: uno dei molti bambini ammalatisi e morti di tumore per l'inquinamento gravissimo dell'area, l'altro delle numerose inchieste giudiziarie che riguardano lo smaltimento dei rifiuti tossici in Italia (di cui la maggior parte in Campania). In mezzo a tutto questo si fronteggiano persone che lavorano per sensibilizzare le altre a questo gravissimo problema e che tentano di risolvere questo problema arginando in qualche modo i danni irreversibili causati da questa TRAGEDIA, ad altre che invece irresponsabilmente se ne disinteressano, assieme ad organizzazioni criminali senza scrupoli in nome del Dio Denaro che prima si sono arricchite con lo smaltimento illecito e che ora lo fanno col sistema delle bonifiche (che poi bonifiche non sono...). E qui non dimentichiamo la classe politica, locale e nazionale, rimasta inerme di fronte a questa TRAGEDIA (come ricorda Saviano, basterebbe citare la frase del ministro della Salute -!- Beatrice Lorenzin secondo cui la maggiore incidenza di tumori in Campania sarebbe dovuta a stili di vita scorretti...). 
C'è un passaggio dell'articolo di Saviano che voglio riportare integralmente perché spiega al meglio la cancrena che c'è nel nostro Paese: “Dietro questi due elenchi (quelli che ho citato prima, ndr) ci sono tutte le contraddizioni di un paese che è sempre sull'orlo di una crisi di governo. Un paese in cui i politici non abbracciano più le giuste cause nemmeno per opportunismo elettorale. Dietro questi due elenchi c'è un Paese che mente. Che mente su tutto. Sul benessere dei propri cittadini. Sullo stato della crisi. Dietro questi due elenchi ci sono i sacrifici e il sangue di persone che non hanno scelta. Dietro questi due elenchi c'è l'opportunismo, il cinismo e l'incapacità di gestione di altre persone”. Sono tremendamente d'accordo. 
E qui mi ricollego ad un altro articolo che Roberto Saviano ha scritto sempre per il settimanale L'Espresso, nel numero del 20 giugno 2013, intitolato “Guardi Taranto e capisci l'Italia”. E non solo per la politica che ha sperimentato sulla città in questi decenni il terribile binomio lavoro-salute senza prendere decisioni, con ripercussioni ambientali disastrose; ma per molte altre cose della città come la devastazione amministrativa degli anni '90, il fallimento delle partecipazioni statali, l'esplosione del sistema politico, la mattanza della mafia, Giancarlo Cito che negli anni '90 divenne sindaco grazie all'uso spregiudicato della sua emittente televisiva, le ciminiere sorte in centro città, l'urbanizzazione senza senso, ecc... Come scrive Saviano a conclusione del suo articolo, “Non capire Taranto significa non capire il proprio Paese”. Questa è stata, ed è, la grave colpa della politica italiana: non aver capito il nostro Paese, o aver fatto finta di non averlo capito (il che è ancora più grave).

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