lunedì 4 novembre 2013

Il tesoro di SAN GENNARO

Tutti conosciamo San Gennaro (Benevento, 272 – Pozzuoli, settembre 305) vescovo e martire, venerato come santo dalla Chiesa cattolica. È il patrono principale di Napoli, nel cui Duomo sono custodite due ampolle contenenti una sostanza allo stato solido, che la tradizione afferma essere sangue del santo, e che fonde tre volte all'anno. La sua ricorrenza è il 19 settembre. Per approfondimenti http://it.wikipedia.org/wiki/San_Gennaro. Pochi invece credo sappiano dell'esistenza del Tesoro di San Gennaro che è composto da straordinari capolavori raccolti in sette secoli di donazioni da parte di papi, re, imperatori, regnanti, uomini illustri, gente comune, e facente parte di collezioni uniche e intatte grazie alla Deputazione della Cappella di San Gennaro, antica istituzione laica ancora esistente nata nel 1527 per un voto della città di Napoli. Oggi il tesoro è esposto nel Museo del Tesoro di San Gennaro, il cui accesso è a fianco del Duomo di Napoli ed è aperto dal 2003 (secondo studi fatti da un pool di esperti che hanno analizzato tutti i pezzi della collezione, il Tesoro di San Gennaro sarebbe addirittura più ricco di quello della Corona d'Inghilterra della regina Elisabetta II e degli zar di Russia). Fonte http://it.wikipedia.org/wiki/Museo_del_tesoro_di_San_Gennaro (per approfondimenti http://www.museosangennaro.com/). 
Ebbene, ora questo tesoro per la prima volta viene esposto in un'altra città, precisamente a Roma: la mostra si chiamerà "Il tesoro di Napoli. I capolavori del Museo di San Gennaro" e si terrà fino al 16 febbraio 2014 presso il "Museo Fondazione Roma" di Palazzo Sciarra (http://www.fondazioneromamuseo.it). E così tra i vari pezzi esposti si potrà vedere un busto-reliquario del santo in oro commissionato nel trecento da Carlo d'Angiò; la "collana del santo" che risale alla fine del Seicento e che probabilmente è il diadema più prezioso del pianeta (con 13 maglie di oro massiccio, 700 diamanti, 276 rubini, 92 smeraldi e croci tempestate di pietre preziose donate da monarchi e uomini di Stato); la mitra pastorale fabbricata nel 1713 a conclusione di un imponente fundraising che coinvolge tutti i protagonisti della scena urbana, ovvero un copricapo d'oro ricoperto da 3.964 pietre preziose; e ancora pissidi, ostensori, tabernacoli, coppe, anelli, tessuti, quadri e altre meraviglie, tra cui gli oltre 50 busti argentei dei santi compatroni. All'articolo di Marino Niola dedicato alla mostra pubblicato sul quotidiano la Repubblica del 31 ottobre 2013, è affiancato un articoletto in cui Emmanuele Francesco Maria Emanuele, Presidente della Fondazione Roma. Vorrei concludere con la frase da lui detta: "La mostra Il Tesoro di Napoli è un'ulteriore testimonianza di un mio profondo convincimento e cioè che la bellezza che possediamo in Italia deve essere resa fruibile e disponibile per coloro che la amano. L'arte e la cultura sono energia pulita, l'unica in grado di cambiare le sorti critiche del nostro Paese e sviluppare il rapporto tra cultura e impresa". Concordo pienamente.

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