venerdì 29 novembre 2013
Sullo spazio dedicato ai lettori sul quotidiano la Repubblica continuo a trovare lettere interessanti, che toccano argomenti delicati e di attualità, che mi piace riproporre per diffondere il messaggio. Ieri c'era una lettera di una insegnante del Lazio intitolata “Vorrei continuare a difendere l'onestà”. Eccola.
“Da 30 anni insegno nella scuola primaria e ho due figlie ormai grandi che, per i motivi comuni ai giovani di oggi, vivono ancora in famiglia. Ieri sera seguivo, come al solito, una delle trasmissioni d'inchiesta sui superpagamenti ai politici, compresi buoni premio ai dirigenti per aver usato le mail. Mi chiedo come posso ancora resistere e continuare a parlare ai miei giovani, di Stato, democrazia ed onestà se come docente non ho un centesimo per far funzionare la mia scuola, né per aver stampato le mail necessarie a casa con la mia stampante per mancanza di cartucce a scuola. Come riuscirò a dire con fierezza (come faceva mio padre con me) alle mie figlie e agli oltre settanta alunni che dobbiamo continuare a credere che prima o poi l'onestà paga?”.
Bella domanda, anzi tragica direi per come fotografa alla perfezione l'attuale situazione. Sono queste le lettere che la classe politica dovrebbe ricevere, leggere e tenere sulla prima pagina della loro agenda: sono questi i problemi che stanno attanagliando e distruggendo il nostro paese. L'onestà prima o poi paga? Lo spero, ma prima deve cambiare l'intera attuale e fallita classe politica.
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