mercoledì 4 dicembre 2013
Da una rilevazione a carattere censuario, condotta dall'Istat in collaborazione con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, le Regioni e le Province autonome (che ha tracciato un quadro complessivo non solo dei musei presenti in Italia, ma anche degli altri istituti similari a carattere museale pubblici o privati, statali e non statali), risulta che in Italia i musei e gli istituti similari, pubblici e privati, aperti al pubblico nel 2011 sono 4.588, di cui 3.847 musei, gallerie o collezioni, 240 aree o parchi archeologici e 501 monumenti e complessi monumentali. Significa che quasi un comune su tre (2.359 su 8.092) ospita almeno una struttura a carattere museale: un patrimonio diffuso quantificabile in 1,5 musei o istituti similari ogni 100 kmq e circa uno ogni 13 mila abitanti.
Le regioni con il maggior numero di istituti museali sono la Toscana (550), l'Emilia-Romagna (440) e il Piemonte (397): nel Sud e nelle Isole è concentrato il 52,1% delle aree archeologiche, mentre al Nord sono localizzati il 48% dei musei e il 43,1% dei monumenti. Nelle Marche la percentuale di comuni dotati di almeno una struttura di raccolta e di esposizione al pubblico è del 57,3%, in Toscana del 66,6% e in Umbria addirittura del 67,4%. In altre Regioni, invece, gli istituti sono maggiormente concentrati sul territorio: accade così che in Lombardia il patrimonio si addensa nel 15,5% dei comuni, in Molise nel 17,6% e in Campania nel 21,1%.
Le tipologie prevalenti delle collezioni dei musei sono: etnografia e antropologia (16,9%), archeologia (15,5%), arte (11,9%), storia (11,4%), arte sacra (10,2%) e arte moderna e contemporanea (9,9%).
Nel 2011, i visitatori hanno raggiunto la cifra di 103.888.764 unità. Il pubblico tende a concentrarsi fra poche destinazioni. Tre sole Regioni si assicurano, infatti, il 51% degli ingressi: Toscana (22,1%), Lazio (20,1%) e Lombardia (8,8%). Le tre Regioni con il più alto numero medio di visitatori per singolo istituto sono Lazio (67.746), Toscana (42.359) e Campania (37.646), mentre in fondo alla graduatoria si collocano Marche (5.323), Abruzzo (4.428) e Molise (4.319).
Le spese di funzionamento ordinario rappresentano più del 90% dei costi sostenuti dagli istituti per il 23,2% dei rispondenti. Meno di un quinto delle unità (il 18,5%) dichiara, invece, che la loro incidenza non supera il 25% delle spese complessive. Se potessero aumentare del 10% il proprio budget di spesa, i musei e gli istituti similari destinerebbero queste risorse a: campagne di informazione e comunicazione, per aumentare il pubblico dei visitatori (23,5%), rinnovamento degli allestimenti (12,2%), interventi urgenti di manutenzione o restauro dei beni e delle collezioni (11,4%), ristrutturazione dell’edificio o adeguamento degli impianti (11,3%), organizzazione di manifestazioni ed eventi per ampliare l’offerta (10,2%). Solo lo 0,9% del totale utilizzerebbe la maggiore disponibilità per realizzare interventi formativi per la qualificazione del personale.
Sono numerose le strutture che hanno promosso interventi di restauro (41,4%).
La maggior parte dei musei (il 63,8%) è di proprietà pubblica: ben 1.909 istituti (il 41,6% del totale) appartengono ai Comuni e solo il 9% al Ministero competente; i musei statali però, da soli, attraggono più di 40 milioni di visitatori (il 38,8% del totale).
Si tratta di cifre davvero importanti, che tutto il mondo ci invidia, visto l'immenso patrimonio storico-artistico-culturale che abbiamo. Caro Governo, come puoi permetterti di non aumentare (ed, anzi, di tagliare) i fondi pubblici a tale settore, vitale per l'economia della nazione?
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento