sabato 18 gennaio 2014

Convinciamo i ragazzi a non lasciare la scuola

E' questo l'appello lanciato da Roberto Saviano sul settimanale di informazione L'Espresso del 19 dicembre 2013. Saviano cita il Piaac (Programme for the International Assessment of Adult Competencie, programma ideato dall’OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, a cui partecipano 26 paesi nel mondo. In Italia PIAAC è promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali che ha incaricato l’ISFOL, Istituto per lo Sviluppo della Formazione professionale dei Lavoratori, di realizzare l’indagine e gli studi a esso collegati): si tratta di un'indagine che indaga la capacità di literacy, numeracy e problem solving su un campione selezionato di adulti tra i 16 e i 65 anni in 24 Paesi aderenti al programma. Ebbene, l'Italia è risultata all'ultimo posto per literacy, al penultimo posto per numeracy e non ha consegnato i dati per problem solving!!! Il problema relativo all'istruzione è davvero grave: e non bisogna sottovalutare i dati sulla dispersione scolastica resi noti dall'Istat nel 2013, ovvero che il 18,2% dei giovani tra i 18 e i 24 anni ha abbandonato la scuola prima di conseguire il diploma (la media europea è del 13,5%).
Ha ragione Saviano quando dice che l'Italia sconta una colpevole mancanza di investimenti nell'istruzione pubblica che mirino ad avvicinare il mondo della scuola alle famiglie e a ridurre la distanza tra gli studenti e l'ambiente educativo. Inoltre, secondo il Rapporto Almadiploma 2013, ben il 44% dei diplomati dichiara che, se tornasse indietro, frequenterebbe una scuola diversa! Qui scontiamo una carenza sostanziale nelle capacità di orinetamento scolastico a danno degli studenti della scuola media inferiore. Nel suo articolo Saviano cita il Progetto Dedalus, che ha coinvolto 251 studenti della terza media di classi a rischio dispersione della provincia di Biella e 73 studenti svizzeri del Cantone dei Grigioni: tali studenti hanno partecipato ad un programma basato sullo storytelling il cui scopo era, attraverso il racconto, contrastare l'allontanamento dalla scuola per orientare i ragazzi in età scolare. Raccontando di sé, dei propri sogni e delle proprie ambizioni, si è arrivati a risultati interessanti, molto migliori dei soliti test attitudinali proposti nelle scuole, perchè questi mettono in luce i punti deboli dei ragazzi ma non valorizzano i loro punti di forza, in un momento della loro vita in cui hanno bisogno di rafforzare certezze anziché esaltare le loro lacune. Lo scopo del progetto è dunque quello di dare a questi ragazzi un motivo per restare a scuola, che non sia solo un vago senso del dovere, ma far capire loro che la passione può sostituire il vuoto di diritti, che è solo un'illusione sentirsi liberi per aver abbandonato la scuola. La libertà di oggi potrebbe essere la schiavitù di domani.
È quindi assolutamente importante cari ragazzi restare a scuola, completare il corso scolastico: la scuola e l'insegnamento sono la base per la Vostra vita. In questo però il Ministero dell'Istruzione dovrebbe fare di più. Il Progetto Dedalus è stata una bella iniziativa, ma unica purtroppo. Si dovrebbero quindi trovare fondi (e si devono trovare!) per estenderlo ad altre aree del Paese. Come dice Saviano, sarebbe fondamentale per ricostruire il nostro Paese dalle macerie.

Nessun commento: