giovedì 23 gennaio 2014

La svendita del patrimonio storico

Un bel articolo di Salvatore Settis (archeologo e storico dell'arte italiano) pubblicato sul quotidiano la Repubblica di ieri 22 gennaio 2014 lancia l'allarme sulla svendita in corso di alcuni componenti preziose del patrimonio storico-artistico del nostro paese. E a tal proposito fa una breve cronistoria di cosa è successo in questi ultimi anni. Cominciò Tremonti durante il penultimo governo Berlusconi creando la “Patrimonio dello Stato SpA”, che toglieva l'inalienabilità (fin li resistita) dei beni demaniali per immetterli nel mercato: il progetto fallì in seguito alle dure opposizioni da ogni parte, sia in Italia che all'estero, e fu lo stesso Tremonti a liquidare poi la società da lui creata. La legge 133/2008 impose poi a Regioni, Province e Comuni, per fare cassa, di allegare al proprio bilancio un “piano di alienazioni immobiliari” per svendere molti monumenti introducendo varianti urbanistiche per modificare in commerciale la destinazione di tali immobili. Nel frattempo il Ministero della Difesa ha avviato un piano di dismissioni del demanio militare. Infine non possiamo dimenticare il “federalismo demaniale” (legge voluta da Calderoli...) che ha trasferito a Regioni e Comuni quasi 20.000 unità del demanio statale (del valore nominale di circa tre miliardi di euro) per immetterle nel mercato sotto varia forma (dalla vendita diretta alla concessione al versamento in fondi immobiliari). Sono molti gli esempi in giro per l'Italia: la splendida “Cittadella di Alessandria” (straordinaria architettura militare del Settecento, ancora senza piano di riqualificazione) oppure la magnifica Fortezza di Peschiera del Garda (che, con la benedizione della direzione dei Beni Culturali del Veneto, è stata destinata a residenza, centro commerciale ed alberghi...). 
Ma l'articolo di Settis è incentrato sullo spettacolare Arsenale Francesco Giuseppe di Verona, commissionato dal tenente colonnello Conrad Petrasch tra il 1854 ed il 1861 per gli Asburgo e che ospitò le truppe del maresciallo Radetzky. Esteso su una superficie di 62.000 mq è composto da piazze, cortili, vie, campi, caserme, stalle, edifici degli ufficiali ed officine, quasi come in una piccola città a se stante: è collegato dal Ponte Scaligero a Castelvecchio e la sua struttura militare è la seconda per imponenza in Europa dopo quella di Vienna! Oggi la struttura è purtroppo fatiscente, tanto che sono già crollati 3.000 mq di tetti... Come scrive Settis nel suo articolo, “Colori della muratura, lessico architettonico improntato all'eccletismo viennese, rapporto con la natura: nella costruzione tutto fu pensato per esprimere l'autorità e la presenza militare del sovrano, ma anche come omaggio alla dignità di una città tanto preziosa, e perciò incluso nel perimetro del sito Unesco”. Come detto ora è in stato decadente, da quando è stato ceduto al Comune nel 1994. Comune che ora svende il tutto, operazione camuffata da concessione d'uso ma che in realtà si tratta di svendita vera e propria. Un'associazione di imprese ad hoc (Contec Rizzani – De Eccher) ha offerto nel 2012 55 milioni di euro al Comune per acquistare il tutto eseguendo lavori di demolizione, ricostruzione e rilocalizzazione, copertura di spazi liberi, creazione di nuove strutture ipogee, parcheggi ed altro... Ottenendo in cambio dal Comune la gestione incondizionata di 2/3 della superficie, con libertà di trasformarli in centro commerciale con bar, ristoranti, negozi ed uffici, rivendendoli poi a terzi. Una vera e propria svendita a privati. Dei 55 milioni previsti, 12 li metterà il Comune vendendo il Palazzo del Capitano posto in Piazza dei Signori!!! Ma i cittadini sono insorti: un comitato in pochi giorni ha raccolto ben 6.000 firme dimostrando che esistono possibilità alternativa di recupero ed uso degli spazi diverso senza rinunciare alla loro funzione di BENE PUBBLICO. 
Sì, perché non si deve dimenticare che il demanio non è una forma di proprietà ma un bene ed un servizio pubblico nell'interesse di tutti i cittadini, dunque inalienabile! Si tratta di beni che si prestano benissimo all'uso pubblico: musei, mostre, attività culturali di ogni tipo, turismo storico. Come è possibile che accada tutto ciò: svendere un patrimonio storico-architettonico che qualsiasi altro Paese al mondo farebbe fruttare senza svenderlo!

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