domenica 3 febbraio 2013
Ho dedicato in passato più post su questo mio blog all'insegnamento di certe materie nelle scuole italiane. In particolare ho puntato spesso sulla materia “educazione civica” (post del 15 marzo, 5 aprile e 11 ottobre 2011), troppo spesso lasciata in disparte, e che invece dovrebbe essere materia obbligatoria nelle scuole di ogni ordine e grado perchè rappresenta il pilastro fondamentale per la formazione di una persona. Educazione civica significa conoscere la società, sapere il significato di società e di cosa vuol dire far parte di una società, il rispetto degli altri, il rispetto di ogni pensiero, il rispetto dell'ambiente, conoscere lo Stato, i suoi meccanismi, i nostri diritti e doveri, la Costituzione. E così dovrebbero ormai essere materie obbligatorie nelle scuole di ogni ordine e grado (dalle elementari in su) l'inglese e l'informatica (e qui, devo ammetterlo, siamo già più avanti) ma anche la geografia (anche questa materia purtroppo bistrattata, ed anche a questo ho dedicato in passato alcuni post). Ora però ho trovato spunto dalla lettera di un lettore pubblicata sul quotidiano la Repubblica di oggi, intitolata “La mafia diventi materia scolastica”, che mi ha molto incuriosito e che riporto per intero. Eccola: “Nei programmi di tutte le scuole italiane dovrebbe essere obbligatorio lo studio del fenomeno mafioso. Intendo la mafia come associazione criminale che opera sul piano economico-finanziario e politico-sociale e che si è rafforzata sempre più dal secondo dopoguerra ad oggi, tranne un breve periodo, durato circa un decennio, in cui la magistratura inquirente di Palermo l'ha messa in gravi difficoltà. Si è trattato per la prima volta di una lotta vera e tenace contro la mafia. Che lo Stato deve riprendere con l'obiettivo di sconfiggerla definitivamente”. La trova veramente una grande proposta, che il Ministero dell'Istruzione dovrebbe prendere seriamente in considerazione. È anche rendendo cosciente la popolazione su certi temi che si contribuisce a risolvere i problemi del Paese.
Ed io aggiungo anche un'altra cosa: perchè non insegnare nelle scuole (magari dalle medie in su) anche la storia politica italiana dal dopoguerra ad oggi? La nascita della Repubblica, il boom economico, la storia del Partito Comunista e della Democrazia Cristiana, l'uccisione di Aldo Moro, gli anni di piombo, la storia di mani pulite, la creazione del debito pubblico, la storia della TV, gli anni e le politiche del ventennio berlusconiano, le ripercussioni in Italia della caduta del Muro di Berlino, le stesse vicende della mafia di cui diceva il lettore di cui sopra, gli sviluppi in campo economico e sociale, ecc... Sono dell'idea che conoscere la storia politica del nostro Paese serva a rendere le persone più consapevoli delle loro responsabilità nel poter creare una società, rendendola migliore attraverso uno strumento incredibile che ci è stato dato: il voto politico. E aggiungo infine che andrebbe riformato l'insegnamento della religione a scuola: non più come avvenuto finora (e come avviene tuttora...) nell'insegnare la religione cattolica (per apprendere questo una persona deve andare a professarla nei luoghi di culto appositi e non a scuola), ma insegnare “la” religione: cosa significa "credere", cosa significa “non credere”, spiegare le differenze tra le varie religioni, la loro storia, il rispetto di ogni tipo di culto.
Ecco perchè la scuola è così importante: serve a formare le persone, fin dagli anni dell'infanzia, per creare un bagaglio culturale tale da porre le basi per una società più equa e soprattutto consapevole di ciò che andrà a decidere. Oltre alle materie che già sono obbligatorie da sempre per la formazione di una persona e comuni ad ogni scuola (italiano, matematica, scienze, storia), dovrebbero essere rese obbligatorie almeno fino alle scuole superiori (incluse) l'inglese, l'informatica, l'educazione civica, il diritto, la storia politica italiana del dopoguerra unita alla storia della mafia, le religioni. Sono assolutamente sicuro che creeremo le basi per una società senza ombra di dubbio migliore di questa.
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