mercoledì 26 settembre 2007

Energia: i nodi vengono al pettine...

Cominciamo subito con un "bel" dato: l'Italia dipende dall'estero per l'85% della sua energia (la media europea è del 53%)! Questo è il frutto di scelte errate fatte negli ultimi decenni per la campagna energetica italiana (e non solo). Non che i paesi europei stiano meglio: la loro dipendenza da altri è sì inferiore ma l'energia se la accaparrano da fonti non proprio consone alla protezione dell'ambiente, visto che la maggior parte dell'energia deriva o da centrali a carbone (soprattutto in Germania) o da centrali nucleari (come in Francia). L'Italia sul carbone non ha puntato più di tanto (ma credo più per costi di importazione che per protezione ambientale, anche se numerose centrali Enel funzionano comunque a carbone...) mentre ha rinunciato al nucleare (secondo me giustamente) un bel pò di tempo fa: per accaparrarsi l'energia il nostro paese ha puntato sull'idroelettrico e sul gas metano. Certo, l'idroelettrico è una forma di energia rinnovabile: credo però che sia la peggiore che si poteva scigliere tra quelle rinnovabili, soprattutto applicata al nostro paese, visto la scarsità sempre maggiore di acqua causa il cambiamento climatico in corso (siccità in primis) e alla sempre maggiore richiesta di acqua per agricoltura e industria. Diciamo quindi che l'Italia dipende dal gas metano e il problema è stato aggravato ancor di più dall'uso dei condizionatori estivi: infatti, tra il luglio 2001 (prima che l'aria condizionata diventasse un'abitudine) e il luglio 2007 l'aumento della domanda di energia per far fronte all'utilizzo dei condizionatori è stato del 15%, il chè ha portato a farci trovare con riserve sgonfie di enrgie per affrontare le stagioni invernali. Da qui parte la richiesta sempre maggiore di gas metano all'estero: attualmente il 44% dell'elettricità prodotta dalle nostre centrali viene dalla combustione del gas metano. Il 38% del nostro gas viene importato dall'Algeria e il 35% dalla Russia (seguono l'Olanda col 12%, la Norvegia con l'8%, il Regno Unito col 2%, la Libia con l'1% e il restante 4% da altri paesi): purtroppo il problema è che Algeria e Russia sono anche i maggiori fornitori di gas degli altri paesi europei e, se si aprisse un buco nella disponibilità di gas (vedi le tensioni tra Russia ed Ucraina, sul cui territorio passa buona parte del gas russo diretto in Europa), non sarebbe facile per l'Italia chiedere aiuto all'UE. Si era pensato ai rigassificatori che avrebbero consentito di impotare il gas da paesi più lontani, come il Qatar: ma anche qui la situazione non è idilliaca, sia per problemi ambientali in sede di costruzione (già verificatisi...), sia per problemi di tangenti (già verificatisi...), sia per il loro scarso apporto quantitativo. Infatti, importiamo attualmente da Algeria e Russia 90 miliardi di mc di gas all'anno: se tutti i rigassificatori progettati in Italia (ovvero 13) entrassero in funzione, ne otterremmo 70 miliardi di mc, ma finora di rigassificatori ce n'è solo uno in funzione in Italia e per di più in una zona fortemente turistica... (Cinque Terre). E non si è valutato un altro problema, sempre a proposito di rigassificatori: non ci sono purtroppo gli impianti alla fonte, quelli per estrarre il gas vicino ai pozzi, ci vorrebbero dei finanziamenti subito che però i paesi europei non hanno...
Purtroppo:
1) non si può sperare nel ripetersi di un inverno eccezionalmente mite come quello dello scorso anno, perchè allora vorrà dire che il cambiamento climatico è una realtà ben più grave;
2) non si può neanche sperare che Russia ed Ucraina continuino ad andare d'accordo... visto che ogni pretesto è buono per aprire le ostilità;
3) non si può neanche sperare nell'energia nucleare (fortunatamente dico): solo per rallentare la crescita del riscaldamento climatico, si dovrebbe costruire una centrale nucleare alla settimana per 63 anni (al costo di 2 miliardi di dollari a centrale...); inoltre, dopo 18 anni di ricerca e 9 miliardi di dollari di spesa non si è ancora trovata una soluzione alle scorie nucleari (mi vengono i brividi quando Alessio Grosso, caporedattore di Meteolive.it, dice che "un deposito di scorie nucleari non è una discarica"!); e, ancora, per raffreddare le centrali nucleari serve un quantità esorbitante d'acqua (addirittura in Francia serve il 55% dell'acqua nazionale disponibile!), quando questa già scarseggia per usi primari (popolazione ed agricoltura); e non va sottovalutato neanche il rischio terrorismo, visto che queste centrali sono delle vere e proprie bombe atomiche.
L'unica soluzione sembra riscontrabile nelle energie rinnovabili, solare ed eolico in primis che sfruttano quello che più di naturale esiste sul nostro pianeta, ovvero luce solare e vento! Energie rinnovabili, collegate ad efficienza energetica e idrogeno, farebbero fare un bel salto di qualità per l'ambiente e per l'uomo: ma puntare su queste significa investire una bella cifra di denaro... che non c'è! E qui si ritorna al problema iniziale: stiamo pagando scelte energetiche planetarie sbagliate fatte decenni or sono alle quali adesso è quasi impossibile rimediare.

2 commenti:

Unknown ha detto...

Ciao,
volevo chiederti se ti dispiacerebbe lasciarmi il tuo contatto email. Serve per quando da Verona Blog abbiamo bisogno di inviare una comunicazione a tutti i blogger, che sia seria o faceta tipo una cena. :-)

Anonimo ha detto...

Ops, identità sbagliata. :-)