giovedì 17 gennaio 2008

DIOSSINA: chiuso l'inceneritore di Terni!

Ho parlato tanto in questi giorni di inceneritori e del fatto che, secondo me, sono la soluzione peggiore per il problema rifiuti. Ho già ampiamente argomentato le motivazioni che mi portano ad affermare ciò, quindi leggetevi i miei precedenti post. Quello che è accaduto a Terni conferma le mie paure: la Procura della Repubblica ha disposto il sequestro dell’inceneritore di Terni con un provvedimento basato sul disastro ambientale perpetrato dall’impianto di incenerimento dei rifiuti. L’ASM (Agenzia Speciale Multiservizi) il 14 gennaio ha affisso al cancello dell’impianto il seguente comunicato al personale che “Gli impianti di termovalorizzazione, selezione e trasferenza, per cause di forza maggiore, non sono accessibili e pertanto tutto il personale è posto provvisoriamente in libertà fino a nuova disposizione”. Tra l’altro è stato comunicato ai 32 operai di recarsi, entro 48 ore, presso lo studio medico del dottor Barconi per sottoporsi ad esame radiologico! L’avviso di garanzia è stato mandato al sindaco di Terni Paolo Raffaelli (di centro-sinistra), nonché all’intero vertice della municipalizzata che gestisce l’inceneritore. L’inceneritore di Terni ha 32 anni e dallo scorso mese di dicembre è chiuso temporaneamente per lavori di manutenzione straordinaria: brucia oltre il 50% dei rifiuti della città e dell’intera provincia. Ora è arrivata l’inchiesta di sette pagine del Pubblico Ministero Elisabetta Massini, la quale parla chiaro: in questi anni è stato compiuto uno scempio ambientale.
Questi i punti:

  • dal 2003 i liquami dell’inceneritore venivano scaricati nel fiume Nera oltrepassando qualsiasi limite di concentrazione fissato dalla legge per il mercurio e per i residui di altri metalli (selenio, cadmio, cromo, nichel, piombo, rame, zinco e manganese!). E l’ASM ne era al corrente al punto di arrivare a “diluire” tali liquami aggiungendo acque di raffreddamento provenienti dalle torri dell’impianto;
  • i forni bruciavano senza autorizzazione anche ciò che non avrebbero potuto bruciare: per tale motivo negli anni sono stati scaricati in atmosfera acido cloridrico e diossine, causate da una combustione tenuta al di sotto dei limiti (850 gradi) e dissimulata dal false attestazioni dei cicli di lavorazione. Tra l’altro, avrebbero anche bruciato rifiuti radioattivi: a tal proposito si sono verificati 5 incidenti nel corso del 2007, per la maggior parte dovuti all’incenerimento di rifiuti ospedalieri. Naturalmente, il Sindaco ha fornito tabelle sull’inquinamento dell’aria “in regola”…
Ho già riportato in alcuni precedenti miei post del caso dell’inceneritore posto nella mia zona, precisamente a Cologna Veneta (VR): costruito con autorizzazioni false (in tal senso sono stati processati e condannati un ex Sindaco e un ex Segretario Comunale), per molto tempo l’impianto ha bruciato anche rifiuti riciclabili, facendo riscontrare quantità molto elevate di diossina e polveri sottilissime nell’aria, finché le battaglie dei cittadini hanno portato alla sua chiusura. E come non ricordare la squallida storia dell’arresto dei dirigenti dell’A.R.P.A.V. della Regione Veneto, avvenuta alcuni anni fa in quanto gli stessi “regolavano” (in maniera positiva) le tabelle relative all’inquinamento dell’aria e dell’acqua…
Ecco, sono queste storie deprimenti che mi portano ad affermare che gli inceneritori sono la soluzione peggiore al problema rifiuti: sono troppo elevati i rischi di degrado ambientale derivanti da corruzione, malaffare, delinquenza, ecc.. che inevitabilmente accerchiano gli organi di dirigenza di tali impianti, trasformandoli dunque in veri e propri “mostri” in grado di inquinare terra, acqua ed aria fino a far ammalare i nostri corpi. Resta sempre il solito problema: la maggior parte delle persone è plasmata da televisioni e quotidiani sul fatto che l’inceneritore fa sparire i rifiuti, non denunciando però l’inquinamento invisibile… Non ho altro da aggiungere!

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