Ho già abbondantemente espresso in vari precedenti post le mie opinioni e le possibili soluzioni per risolvere la situazione dei rifiuti in Campania. Siamo però tutti d’accordo che, anche scegliendo la strada (necessaria) della raccolta differenziata e del recupero dei materiali, per risolvere momentaneamente la situazione (ovvero per qualche mese per predisporre i nuovi piani di raccolta rifiuti) si devono aprire delle discariche. Il super-commissario De Gennaro ha ora reso pubblico il suo piano per fronteggiare l’emergenza: si devono quindi riaprire delle discariche. Purtroppo tra queste vi è quella, ormai famosa, di Pianura.
Mi dispiace essere in disaccordo, ma non possono non essere d’accordo con gli abitanti di Pianura: come può essere riaperta una discarica che dista poche centinaia di metri dal centro abitato e che per ben 43 (dicesi quarantatre!) anni ha ospitato rifiuti di ogni genere inquinando a dismisura? Come possono gli abitanti credere che questa sia l’ultima volta che ospiteranno rifiuti visto che la stessa promessa era già stata fatta diverse volte in passato? Perché non avere il coraggio di individuare altri siti? Sono state riaperte altre discariche, sono stati individuati punti di stoccaggio temporaneo, se ne poteva individuare uno in più e risparmiare Pianura dal disastro ambientale! Perché di questo si tratta. Sono di questi giorni, infatti, le dichiarazioni di Massimo Scalia, insegnante di Fisica all’Università La Sapienza di Roma, che è stato parlamentare dei Verdi e che tra il 1998 ed il 2000 ha presieduto la Commissione di inchiesta sui rifiuti. In queste sue dichiarazioni afferma che, durante le sue indagini, fu accertato che a Pianura finirono sicuramente i fanghi velenosi dell’ACNA di Cengio: l’ACNA è l’Azienda Coloranti Nazionali ed Affini di Cengio (Savona), che con i suoi scarichi ha devastato la valle del fiume Bormida applicando per almeno 50 anni un omicidio volontario dell’ambiente circostante. Le acque del fiume erano diventate rosse e sulle sue rive non vi era più vegetazione; poi il 23 luglio 1988 dalle sue ciminiere scaturì una nube di anidride solforosa pericolosissima. Per ovviare al problema, dal 1988 e fino al 1999 ogni tipo di rifiuto (quasi esclusivamente tossico!) della fabbrica fu portato nella discarica di Pianura. Nel 1999 fu istituita una Commissione speciale per la bonifica dell’ACNA, il cui commissario è stato fino al 2005 Stefano Leoni, il quale afferma che tra il 1999 ed il 2005 la valle del Bormida è stata liberata da ben 300.000 metri cubi di sali sodici, nei quali erano presenti 250.000 mc di fanghi velenosi che sono stati stoccati nelle miniere di sale di Halle (Germania); restavano tuttavia ancora 3,5 milioni di mc di peci nocive da smaltire! La Commissione ha accertato che per decenni la fabbrica aveva prodotto esplosivi e poi vernici, individuando ben 280 categorie di composti chimici tra cui molti di assolutamente pericolosi (diossine, ammine, composti di zolfo, cianuro, azoto, ammoniaca, ecc…): purtroppo non si è riusciti ad accertare cosa era stato smaltito prima del 1999, e soprattutto dove: ma molti parlano di navi cariche di fanghi velenosi fatte affondare e di camion che hanno sversato nella discarica di Pianura!!! Nicola De Ruggero, assessore all’Ambiente della Regione Piemonte, afferma che sono state almeno 800.000 mila le tonnellate di rifiuti di Cengio smaltite a Pianura!! A questo aggiungiamo che pochi anni fa la società che gestiva i terreni della discarica fu sottoposta ad interdizione perché non era in regola con la normativa antimafia. Poi mai nessuno pensò di bonificarla. Nel tempo le varie amministrazioni comunali hanno fatto effettuare solo carotaggi superficiali, mai andati oltre i 20 metri di profondità. Ora esiste il forte dubbio (che è quasi una certezza) che proprio al di sotto di questi 20 metri ci siano i fanghi velenosi di Cengio, depositati senza nessun trattamento e su un terreno fortemente permeabile: ciò significa inquinamento delle falde acquifere. Gettare ora nuovi rifiuti al di sopra di quelli esistenti significa allontanare ancor di più (forse per sempre…) la bonifica e l’isolamento della discarica: sarebbe un vero disastro ambientale! Il nuovo peso al di sopra di quello esistente eserciterebbe una ulteriore pressione alterando l’equilibrio della discarica, causando dei cedimenti ed eventuali esalazioni di sostanze molto pericolose. E non sono solo i rifiuti tossici di Cengio ad essere stati smaltiti a Pianura (e in altre discariche campane), visto che ve ne sono arrivati da varie parti del Nord, ovvero da quelle Regioni che ora si rifiutano di smaltire i rifiuti in eccesso della Campania… Tutto il mio appoggio dunque agli abitanti di Pianura!
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