sabato 16 febbraio 2008

EFFICIENZA ENERGETICA: basterebbe solo il fotovoltaico...

Traggo spunto da un interessante articolo pubblicato su www.aspoitalia.net il quale riprende una affermazione che ultimamente ricorre più volte, ovvero “Il fotovoltaico occuperebbe troppo spazio se lo dovessimo utilizzare per sostituire il petrolio”. Come tutti sappiamo il problema energetico è uno dei più gravi del nostro pianeta: il continuo aumento di energia da parte sia dei paesi industrializzati (in primis Europa e Nord America) sia dei paesi in fase di sviluppo economico (come Cina e India), la forte dipendenza dai combustibili fossili (petrolio e carbone), nonché la necessità di combattere questo cambiamento climatico sempre più veloce innescato dalle attività umane con le sue continue emissioni di gas serra in atmosfera (di cui i combustibili fossili sono i principali responsabili), bene, tutte queste motivazioni stanno spingendo molti governi a rivedere, necessariamente, il loro piano energetico, chi da solo, chi in comunità con altri paesi.
Per risolvere (o tamponare…) il problema dell’efficienza energetica si sta ricorrendo a vari metodi, da scala nazionale a scala locale: ad esempio i rigassificatori (enormi impianti da costruire nei porti dove far arrivare il gas metano in forma liquida estratto altrove), le tanto famose centrali nucleari, fino ad arrivare alle scelte locali come l’isolamento termico degli edifici, la chiusura al traffico veicolare dei centri cittadini, ecc… Alcuni paesi stanno già puntando sui rigassificatori che, certo, sono sempre meglio di un impianto petrolifero ma non sono certo la soluzione al problema; altri stanno puntando invece sul nucleare, ma sappiamo quanti motivi ci sono per respingerlo, e li ho citati in numerosi miei precedenti post (costi elevatissimi di costruzione, entrata in funzione dopo almeno 10 anni, problema dello stoccaggio delle scorie nucleari, scarsità sempre maggiore in natura della materia prima ovvero dell’uranio, rischi di sicurezza, quantità enormi d’acqua necessarie per il raffreddamento degli impianti). Per quanto riguarda le iniziative locali, queste sono lodevoli e, nel loro piccolo, danno un buon contributo all’efficienza energetica e alla lotta al cambiamento climatico: tuttavia, proprio per il fatto di essere iniziative locali e non intraprese da tutti, danno un contributo minimo a scala nazionale e mondiale. Allora che fare? Ci sono le tanto vituperate energie rinnovabili: solare, fotovoltaico, eolico, idroelettrico, biomasse, geotermia, sfruttamento del moto ondoso, ecc… Si tratta di quelle fonti di energia che risultano INESAURIBILI, sono in natura non perché formatisi nel corso dei secoli e presenti in giacimenti, ma perché fanno parte della natura stessa da miliardi di anni e di certo non finiranno se non con la fine del mondo… Di queste rinnovabili, quella più utilizzata attualmente è l’idroelettrico, ma è anche quella che dovremo abbandonare al più presto vista la carenza sempre maggiore di acqua sul nostro pianeta sia per i consumi sempre più elevati sia per le siccità sempre più prolungate che stanno interessando vaste aree del pianeta. Le altre invece sono perfettamente attuabili, senza limite. E, purtroppo, continuano ad arrivare i dati negativi relativi alla lotta contro i gas serra che l’Italia sta seguendo: i dati arrivano dal rapporto “Ambiente Italia 2008” di Legambiente, secondo il quale rispetto al 1990 i paesi dell’Unione Europea hanno ridotto le loro emissioni di gas serra del 7.9%, mentre l’Italia nello stesso periodo di tempo (1990-2005) ha addirittura aumentato le sue emissioni di ben il 12.1%: qualcosa è diminuito negli ultimi due anni (-1.2% nel 2006 rispetto all’anno precedente e -0.5% nel 2007), ma siamo ancora troppo lontani dall’obiettivo europeo di tagliare le emissioni del 20% entro il 2020, e lo si può fare solo con un piano energetico efficiente che preveda il massiccio impiego delle energie rinnovabili.
E, a proposito di energie rinnovabili, sorge una domanda che molti si stanno ponendo (soprattutto i sostenitori del nucleare, per tanti la panacea di tutti i mali …): abbiamo abbastanza posto per il fotovoltaico? Secondo loro no, in quanto il fotovoltaico occuperebbe troppo spazio se lo dovessimo utilizzare per sostituire il petrolio. Ecco, qui mi ricollego a questo interessante articolo trovato su www.aspoitalia.net, tratto in particolar modo da un articolo di Muneer. Guardate attentamente la mappa allegata: vedete quel quadratino tratteggiato nel bel mezzo del deserto dell’Arabia Saudita? Ebbene, secondo i calcoli, se quel quadrato fosse tappezzato di pannelli fotovoltaici al 20% di efficienza, sarebbe sufficiente a produrre energia per tutto il mondo tanta quanta ve ne servirebbe nel 2020! Tra l’altro il 20% di efficienza dei pannelli fotovoltaici è perfettamente raggiungibile, visto che ci sono già in commercio celle col 18.5% di efficienza: tuttavia, anche se dovessimo usare pannelli con la diffusa efficienza attuale (circa il 12%), basterebbe in proporzione allargare un pochino il quadratino… Quindi, ragazzi miei il posto ci sarebbe eccome!!! Certo, non è plausibile realizzare quel quadratino tratteggiato tutto nel deserto arabico, perché non riuscirebbe a mandare l’energia a tutto il pianeta: bisognerebbe scomporlo in piccoli quadrati e sparpagliarlo in tutto il mondo (come potrebbero essere 12 quadratini neri come quello racchiuso nel quadrato tratteggiato, da sistemare nei deserti di tutta la Terra), ma sarebbe ancora più efficiente frazionarli ancora di più ed installarli a macchia d’olio in tutto il pianeta al fine di raggiungere il maggior numero di aree possibili. Certo, i tempi ed i costi sarebbero piuttosto lunghi ed elevati, ma certo non più del nucleare (e sappiamo quanti rischi abbia quest’ultimo…). Il fotovoltaico, invece, non ha nessun rischio!
E stiamo parlando solo di fotovoltaico, quindi pensate se a questo aggiungessimo le pale eoliche nelle zone più ventose del mondo, lo stesso solare, la geotermia (così diffusa nel sottosuolo terrestre), lo sfruttamento del moto ondoso che sarebbe qualcosa di rivoluzionario, le biomasse e il biogas che si potrebbero fare ovunque. Pensate quanta energia potremmo produrre: ce ne sarebbe così tanta da alimentare altri pianeti! Insomma, la soluzione sarebbe a portata di mano per rivoluzionare il campo energetico mondiale, tuttavia dobbiamo combattere contro qualcosa di molto più grande che è fatto dei profitti economici derivanti in primis dal petrolio… e non è una battaglia facile.

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