mercoledì 20 febbraio 2008

EMERGENZA RIFIUTI: lo smaltimento inizia dal negozio!

E’ il titolo di un interessante, quanto mai realistico, articolo di Gianpaolo Fabris apparso sull’inserto “Affari & Finanza” del quotidiano La Repubblica di lunedì 18 febbraio 2008. L’ho detto tante volte che il problema rifiuti, in Campania e ovunque, si risolve con un’ottima raccolta differenziata, il successivo riciclo dei materiali negli appositi impianti e il conferimento in discarica di solo quel 15% di rifiuti che non si possono riciclare: ma ho sempre sostenuto anche che, alla base di tutto ciò, ci dovrebbe essere una forte riduzione degli imballaggi dei prodotti che compriamo nei negozi. Come ribadisce lo stesso Fabris, ben 4/5 dei rifiuti è riconducibile alle confezioni dei prodotti che consumiamo: il cosiddetto “packaging” (gli imballaggi, appunto) da tempo non ha più la funzione di conservazione e trasporto dei prodotti bensì una funzione di pubblicità legata alla comunicazione e all’incantamento del consumatore. Purtroppo il consumatore medio è entrato nell’ottica che un prodotto è buono se fa bella figura negli scaffali del supermercato, e per fare bella figura deve essere super imballato. È un po’ il principio della “size impression”: si spinge il consumatore ad acquistare prodotti con grandi contenitori in quanto nella sua mente scatta quel meccanismo perverso che gli fa credere che ci possa essere dentro più prodotto (che poi invece non è…). Questo si tramuta in vantaggi economici per le industrie dei prodotti che si vendono (e per quelle degli imballaggi…), ma rappresenta una perdita economica per il consumatore. Naturalmente, tutto questo si tramuta infine in un peso per la società, sotto forma di quantità sempre più grandi di rifiuti da smaltire. Qualche aiuto alla riduzione dei rifiuti lo può dare anche il consumatore, ad esempio evitando tutti quei prodotti in scatola di carta o ferro o plastica che si possono tranquillamente trovare anche sfusi e allo stesso prezzo: quindi prediligere i legumi freschi a quelli in scatola, il tonno sfuso a quello in scatoletta, l’insalata fresca a quella in confezione, il minestrone fatto in casa a quello surgelato in confezione, la carne da macelleria a quella in confezione, le torte fatte in casa a quelle confezionate, il pesce fresco a quello in scatola surgelato, i sughi fatti in casa anziché pronti in vasetto, l’acqua di rubinetto a quella in bottiglia, i tovaglioli di stoffa a quelli di carta, le tazzine di ceramica per il caffè anziché i bicchierini in plastica, ecc…. Secondo uno studio pubblicato sul numero di febbraio del mensile di Legambiente "La nuova ecologia", così facendo una famiglia di 4 persone potrebbe ridurre i propri rifiuti di 2 kg ogni settimana, ovvero 100 kg all’anno! Certo, dovrebbe essere la grande distribuzione a proporre prodotti in maniera alternativa: in molti stati esteri vi sono già distributori di latte, in molti supermercati si vendono pasta, riso e detersivi sfusi ove ognuno va sempre con lo stesso contenitore. Pensate a quanti imballaggi si potrebbero evitare. Purtroppo viviamo in un periodo in cui la pubblicità (su TV, giornali, per strada, ecc…) la fa da padrona in quanto costituisce una immensa fonte di denaro, e quindi penso sia davvero utopia credere ad una prossima riduzione degli imballaggi!
Proprio a tal proposito, sabato 1° marzo 2008 Legambiente propone l’iniziativa DISIMBALLIAMOCI 2008: l’associazione sarà davanti a molto supermercati italiani per sensibilizzare i consumatori sul problema, orientandoli ad acquistare prodotti che abbiamo il minor scarto possibile oppure raccogliendo tutti gli imballaggi inutili dei prodotti appena acquistati (la scatola di cartone del dentifricio, gli imballaggi in nylon, le scatole di cartone contenenti più vasetti o barattoli, il polistirolo o le cassette di frutta e verdura, ecc….) per mandarli poi alla raccolta differenziata e al successivo riciclaggio. Tutti possiamo fare la nostra parte, in attesa di una svolta dai “quartieri alti”… Per informazioni sull’iniziativa contattare Legambiente al n° 02/45475777 o mandare una e-mail all’indirizzo barbara.abbruzzese@legambiente.org

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