venerdì 28 marzo 2008

SMOG: quello cinese invade il Nord America!

Secondo una ricerca realizzata da un gruppo di fisici dell’atmosfera del Goddard Space Flight Center della NASA a Greenbelt (USA), i cui risultati verranno pubblicati sul “Journal of Geophysical Research – Atmospheres”, l’inquinamento atmosferico causato dalle attività umane si sposta da un continente all’altro vanificando (e, talvolta, annullando) gli sforzi fatti in alcuni paesi. In seguito a tale ricerca, è stata elaborata una mappa molto dettagliata dell’inquinamento atmosferico che interessa il nostro pianeta (è quella allegata al post): per effettuare le ricerche si è utilizzato lo strumento MODIS (Moderate Resolution Imaging Spectroradiometer) che si trova sul satellite americano “Terra”. Per inquinamento atmosferico è stato preso in considerazione quello causato dalle attività umane nelle città, dal traffico, dalle industrie e dai grandi incendi per la deforestazione. Hungbin Yu, responsabile della ricerca, ha affermato che per molti anni si è pensato ai paesi occidentali come ai primi (ed unici) responsabili dell’inquinamento atmosferico, ma ora qualcosa è cambiato in maniera molto profonda. I paesi in forte sviluppo economico stanno dando un contributo notevole in termini di inquinamento: la Cina, in particolare, in seguito al suo velocissimo sviluppo demografico ed industriale ha raddoppiato il suo inquinamento atmosferico in appena un decennio, tanto che le sostanze inquinanti presenti in atmosfera sono così tante che vengono ora sospinte dai venti verso altre zone, addirittura a migliaia di chilometri di distanza! Secondo i dati rilevarti dal satellite dal 2002 ad oggi, si è scoperto che la quantità di inquinanti partita dall’Asia e arrivata nel Nord America corrisponde al 15% di quella prodotta da USA e Canada, ed è un dato notevole se si considerano gli impegni presi da questi ultimi due paesi per ridurre le sostanze inquinanti in loco. Praticamente, la percentuale di inquinanti che arriva dall’Asia annulla la percentuale di inquinanti che si cerca di tagliare!!! Il trasporto delle sostanze inquinanti varia nel corso dell’anno: è molto intenso tra la fine dell’inverno e la primavera, quando i venti in quota sono molto sostenuti, mentre è minimo in estate. A volte le sostanze inquinanti ci impiegano appena una settimana per attraversare l’Oceano Pacifico! Secondo i rilievi, in 3 anni si sono mosse dalla Cina verso il Nord America ben 18 tonnellate di materiale inquinante, delle quali 4,5 depositatesi sugli USA e le altre sugli oceani circostanti. E la stessa cosa sta ora capitando all’Europa, che a sua volta sta ricevendo una parte delle sostanze inquinanti che vengono prodotte dalle industrie americane. Sembra il gioco del cane che si morde la coda…Quindi, quello dello smog è un problema planetario, che riguarda anche aree dove l’inquinamento non viene prodotto ma… vi arriva! Si stanno ora studiando gli effetti di questo smog vagante: si tratta di conseguenze complesse da studiare, visto che alcune sostanze inquinanti possono intrappolare il calore prodotto dalla Terra aumentando così il riscaldamento globale, mentre altre possono respingere l’energia solare diminuendo così l’effetto del riscaldamento globale, anche se sembra prevalere la prima ipotesi… Si tratta di un fenomeno nuovo, di cui non si era a conoscenza, e che potrà avere risvolti negativi sull’andamento climatico di alcune zone.
Tutto ciò sta a significare quanto siano piuttosto inutili i piani di taglio delle emissioni di CO2 a livello locale, come potrebbe essere quello in atto in Europa: questi piani dovrebbero essere intesi (ed applicati) a livello globale se si vuole tagliare queste emissioni di gas serra, altrimenti si correrà il rischio di attuare interventi (soprattutto economici) anche pesanti a livello locale che si dimostrerebbero però vani. E, nel frattempo, non verrebbe ripristinato quell’equilibrio atmosferico rovinato dalle attività umane e la cui alterazione sta stravolgendo il clima del nostro pianeta: urge una pianificazione globale di taglio delle emissioni di CO2 se si vuole decelerare il cambiamento climatico in corso…

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