HAWAII: partito il catamarano che funziona con l’energia delle onde!
È salpato sabato 15 marzo 2008 da Honolulu (nelle isole Hawaii) il catamarano chiamato “Suntory Mermaid II”: si tratta di un’imbarcazione che si muove con la sola energia del moto ondoso! È guidato da un giapponese di 69 anni, Ken-ichi-Hoirie e la sua meta è lo Stretto di Kii, in Giappone (dopo aver attraversato una lunga distanza nell’Oceano Pacifico): si tratta di un viaggio di
Ma torniamo al nostro catamarano che si muove con l’energia del moto ondoso: il sistema di propulsione si trova sotto la prua dell’imbarcazione, al di sotto del pelo dell’acqua (si trova sotto la prua e non sotto la poppa perché è progettato per tirare la barca e non per spingerla come avviene solitamente per i motori). Il meccanismo consiste in due pinne orizzontali che si muovono verso l’alto e verso il basso sfruttando il movimento delle onde (un po’ come il movimento della coda dei delfini), producendo così una spinta media di 3 nodi: questo è sufficiente a produrre energia in grado di far muovere l’imbarcazione senza motore. La barca pesa tre tonnellate e sulla sommità è dotata di 8 pannelli solari in grado di fornire 560 watt di energia per far funzionare la luce, la radio ed il telefono satellitare; ha uno scafo in alluminio dello spessore di appena due millimetri e può raggiungere (in condizioni ottimali) anche i 5-6 nodi di velocità. L’imbarcazione è stata realizzata dalla “Scuola Universitaria Tokai delle Scienze e Tecnologie Marine” giapponesi, mentre i lavori di costruzione sono stati eseguiti da Yutaka Terao il quale ha affermato: “I combustibili fossili si stanno esaurendo e così è importante studiare nuovi sistemi di propulsione marina che possono ridurre di molto il loro utilizzo o addirittura farne a meno”. Lo scopo dell’impresa è dunque quello di dimostrare che anche solo con il moto ondoso si può produrre l’energia necessaria a far funzionare una nave. Certo si tratta di un progetto sperimentale: bisogna infatti trovare le onde giuste per poter navigare (in caso di burrasca la nave deve infatti fermarsi), e la stessa barca è dotata di un piccolo motore di emergenza per uscire da situazioni di pericolo ed è dotata anche di vele (sempre per casi di emergenza).
Si tratta comunque di un’impresa assolutamente interessante per dimostrare quante forme di energia può utilizzare un’imbarcazione per muoversi (solare, eolica, moto ondoso), anziché le tradizionali ed inquinanti fonti fossili (derivati del petrolio in primis): potrebbe essere l’inizio di un impiego di fonti di energia alternativa (ed assolutamente pulita) in vari mezzi di trasporto (e quindi non solo le imbarcazioni), dando così un contributo notevole al taglio delle emissioni di gas serra in atmosfera e alla lotta al cambiamento climatico in atto nel nostro pianeta (sul quale l’attività umana ha un peso notevole).
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