mercoledì 21 maggio 2008

La DESTRA mondiale si tinge di verde… ma non in Italia!

"Anche la DESTRA si scopre ecologista: per vincere le elezioni servono forti programmi a tutela del Pianeta. Ovunque, tranne che in Italia". A dirlo è Daniel Cohn-Bendit, l’ex leader del ’68 francese, icona del pensiero ambientalista e copresidente del gruppo Verde al Parlamento Europeo. Sono numerosi in tutto il mondo gli esempi di governi di destra (e non) che hanno vinto le elezioni puntando sull’ecologia:
  • ISLANDA: guidato dal 2006 dal premier Geir H. Haarde, il paese è governato da una destra che ha finanziato un piano per esportare la propria esperienza energetica in altri paesi, oltre ad aver puntato fortemente sulle energie rinnovabili (il paese produce ben l’80% del proprio fabbisogno energetico);
  • AUSTRALIA: guidato da dicembre 2007 dal leader laburista Kevin Rudd, il governo è stato eletto proprio per il suo impegno ecologista assunto in campagna elettorale (fino a dicembre 2007 il paese era guidato dalle destre che non avevano mai preso impegni per rispettare il Protocollo di Kyoto, primo impegno assunto invece del nuovo governo laburista);
  • DANIMARCA: guidato dal 2001 dal centro-destra (ora dal premier Anders Fogh Rasmussen), il governo si è impegnato da tempo per l’utilizzo di carburanti più puliti e per diminuire le emissioni di CO2 (anche se i risultati tardano un po’ ad arrivare…);
  • GERMANIA: guidato dalla cancelliera di centro-destra Angela Merkel, il governo si è dimostrato molto attento agli obiettivi del Protocollo di Kyoto per ridurre le emissioni di CO2 (all’ultimo Forum sul Clima di Davos la Merkel ha invitato i vari Stati ad invidiare linee comuni per il dopo Kyoto);
  • NUOVA ZELANDA: guidato dalla leader laburista Helen Clark, il governo ha proibito la costruzione di centrali a gas o a carbone e programmato l’eliminazione di tutte le scorie tossiche (attualmente il paese produce il 70% del suo fabbisogno energetico);
  • SVEZIA: guidato dal 2006 dal leader moderato Fredrik Reinfeldt, il governo si è fortemente impegnato nella riduzione dei gas serra e finora c’è riuscito facendoli diminuire dell’8.75%, con l’impegno di raggiungere nuovi obiettivi entro il 2020. Vuole inoltre convincere paesi inquinanti come la Cina ad impegnarsi a ridurre le emissioni di CO2.

Grazie alle loro campagne elettorali basate sull’ambientalismo, tutti questi governi (di destra e di sinistra) sono riusciti a vincere le elezioni e a mettere in atto quanto promesso. Ci sono poi governi che hanno vinto puntando sull’ambientalismo ma che non stanno mettendo in pratica quanto promesso (Gran Bretagna, Costa Rica); altri in carica da molto tempo e che ora stanno pensando che è arrivato il momento di diventare un po’ più verdi (Cina); altri ancora ove la campagna elettorale in corso punta dritto sull’ambiente (USA) e su questo tema si deciderà il vincitore.
Insomma, in molti paesi europei (e non solo) le istanze ambientaliste (storicamente appannaggio della sinistra) sono entrate anche nei programmi di governo di destra e di centro: è la dimostrazione che l’opinione pubblica globale è molto attenta alla protezione ambientale, nessuno vuole lo sviluppo a discapito dell’ambiente, e lo dimostrano i risultati elettorali. Questo succede ovunque ma non, purtroppo, qui in Italia. Dice infatti Daniel Cohn-Bendit: “Oggi per vincere le elezioni servono solide proposte ecologiste. Ovunque, tranne che in Italia, dove con Berlusconi ha vinto l’egoismo, un pensiero che dice non pensare al domani, agli altri, allo Stato, ma pensa a te, oggi. In Nord Europa invece c’è una destra che guarda avanti, che non è regionalista come la Lega, ma che ha fatto tesoro del pensiero di intellettuali come Jurgen Habermas”. Dice anche che in Italia non ci sarà coscienza ecologica fino a quando non ci sarà un partito ambientalista forte (c’era, ma molto piccolo, ed ora è stato addirittura cancellato dal Parlamento, mentre tutti i partiti che vi sono entrati hanno una campagna ambientalista da far venire i brividi!). Come sempre l’Italia si distingue dagli altri… negativamente!!!
La dimostrazione di come la pensi l’elettorato di centro-destra (che da molti anni è la maggioranza degli italiani…) sta nell’editoriale di Maurizio Belpietro (di nota fede politica…) apparso sul settimanale Panorama del 22/05/2008 intitolato “Agli italiani fa paura il nuovo”. Secondo lui gli italiani a parole vogliono far crescere il paese, ma nella sostanza sono i primi a non volerlo fare, o ad averne paura. Dicendo questo, cita due esempi:

  • Saline Ioniche: piccolo paese calabrese, vicino al mare, dove un gruppo energetico svizzero vorrebbe costruirvi una centrale a carbone che impiegherebbe alcune centinaia di persone. La popolazione locale è però in rivolta: testuali parole di Belpietro “capeggiati da verdi e rifondatori comunisti, i cittadini temono l’inquinamento, anzi l’impatto ambientale in una zona da anni condannata al degrado”;
  • Rivalta Scrivia: paesino piemontese dove è in previsione la costruzione di una centrale per la produzione di biocarburante con bioetanolo ottenuto dal mais. La popolazione locale non ci sta: testuali parole di Belpietro “l’idea non piace agli abitanti i quali per avversarla prima hanno tirato in ballo i rischi per l’ambiente, poi problemi di collocazione (la fabbrica oscurerebbe la vista del Monte Rosa, che sta a 200 km di distanza), quindi lepri e fagiani (sarebbero disturbati dall’andirivieni di camion), infine la fame nel mondo (l’impianto trasformerebbe in benzina ecologica produzioni che potrebbero essere impiegate in campo alimentare, sottraendole alle tavole dei poveri)”.

Secondo Belpietro si tratta di due storie che nascono dalla stessa cultura e dicono di questo paese più di tante indagini sociologiche: si tratta (secondo lui) della “sindrome Nimby”, acronimo inglese di “Not in my back yard”, ovvero “non nel mio cortile”, dimostrando che (sempre secondo lui) l’opposizione al progetto ha poco a che fare con l’inquinamento, piuttosto con il timore del nuovo.
Diciamo che Belpietro non mi ha sorpreso in questo editoriale, in quanto lui rappresenta perfettamente il pensiero di destra e dell’elettorato berlusconiano: sviluppo e crescita ad ogni costo. All’elettore di destra interessa la crescita economica che gli garantisca soldi in tasca, poi quel che sarà sarà. Per l’elettorato di destra una centrale a carbone può essere costruita anche se inquina molto di più di centrale eolica o fotovoltaica purché impieghi centinaia di persone; per l’elettorato di destra nuove strade ed autostrade in più hanno più senso che puntare sul trasporto marino e ferroviario; per l’elettorato di destra l’espansione edilizia sfrenata ha più senso del recupero edilizio dell’esistente; per l’elettorato di destra le centrali nucleari hanno senso perché ce le hanno anche gli altri; per l’elettorato di destra gli inceneritori hanno senso perché fanno scomparire i rifiuti e danno elettricità. Un paese può crescere (e alla grande) anche avendo una coscienza ambientale, e molti paesi europei lo stanno dimostrando: perché l’Italia non lo capisce? Egoismo. Questo pensiero purtroppo mi spaventa, e molto, per il mio caro paese che tra speculazione edilizia, traffico, inquinamento, rifiuti e dipendenza energetica sta andando allo sfascio: purtroppo gli italiani da 15 anni a questa parte si sono berlusconizzati, perdendo di vista quel senso civico che dovrebbe contraddistinguere un popolo. E la scomparsa di un’anima verde dal Parlamento italiano non è assolutamente un buon segno…

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