lunedì 26 maggio 2008

Emergenza energia e… ritorno al nucleare!

Sta avendo una incredibile rilevanza mediatica l’annuncio del ritorno al nucleare da parte del governo Berlusconi: ed ora tutti ne sono favorevoli, anche coloro che vi votarono contro al referendum dell’8 novembre 1987. Certo, sono passati vent’anni ed allora si era andati a votare a poco più di un anno dal terribile incidente nucleare di Chernobyl che aveva avuto riflessi in tutta Europa. Tuttavia ricadiamo sempre sullo stesso problema della (malata) informazione italiana (giornali e TV), per la maggior parte “serva” di una sostanziosa parte politica (non c’è bisogno di dire quale…): un’informazione che ora continua a parlare (a vanvera) del nucleare ma, guarda caso, tralascia il dibattito sulle (molte) controindicazioni di questa fonte di energia. Ne ho già parlato molto in passato nei miei post, ma voglio riassumere le mie considerazioni contrarie al nucleare:

  1. attualmente siamo agli impianti di cosiddetta “terza generazione”: si tratta ormai di una tecnologia obsoleta in fatto soprattutto di sicurezza e di scorie radioattive. Per poter avere un grado di sicurezza elevato, si dovrebbe ricorrere agli impianti di “quarta generazione”, ovvero quelli che non producono scorie radioattive, per arrivare ai quali occorrono tuttavia ancora 20-25 anni di studi;
  2. la materia prima (uranio) indispensabile per questi impianti presto di esaurirà: finora sono già state consumate nel mondo 2,3 milioni di tonnellate di uranio, la domanda mondiale è di circa 67.000 tonnellate annue contro una produzione di 42.000 tonnellate annue per cui 25.000 tonnellate vengono prelevate ogni anno dalle scorte secondarie accumulatesi prima del 1980, per cui a conti fatti ci dovrebbe essere uranio per tutti per circa una decina d’anni. E poi?
  3. puntando sul nucleare, la prima centrale in Italia sarebbe pronta ed operativa nel 2019: infatti, aprendo oggi il dibattito sulla politica energetica, il 2009 sarebbe l’anno limite per prendere una decisione definitiva in merito (definizione, enti, procedure e certificazione tecnologica), il 2010 l’anno limite per la definizione del sito, il 2012 l’anno limite per ottenere l’autorizzazione ambientale, il 2014 l’anno limite per la preparazione del sito, il 2019 l’anno in cui sarà completata ed entrerà in funzione. Possiamo aspettare tutto questo tempo vista le “sete” energetica italiana?
  4. per la costruzione di una centrale nucleare servono quantità incredibili di denaro: la centrale in costruzione in Finlandia è finora costata ben 4,1 miliardi (ripeto, miliardi!) di dollari, con un aumento del 35% dei costi rispetto a quanto preventivato. Il piano energetico nucleare italiano costerebbe tra i 50 ed i 100 miliardi di euro: ma dove li trova tutti questi soldi un paese come l’Italia che non è quasi più in grado di pagare le pensioni? E si vuole costruire anche il ponte sullo Stretto (altri 6 miliardi di euro…): rischiamo la bancarotta del nostro Paese!!!
  5. ancora molto problematico lo smaltimento delle scorie radioattive: uno degli elementi più inquinanti che esistano. Non possiamo mandarli sempre in Francia (lo scorso anno vi sono stati mandati in terra francese i fusti delle sostanze radioattive delle centrali nucleari italiane di 20 anni fa!). Questo non ce lo spiega nessuno…
  6. le centrali nucleari hanno bisogno di grandi quantità d’acqua nei processi produttivi: la Francia utilizza ben il 55% dell’acqua nazionale per le sue 59 centrali nucleari. Dove la troverà l’acqua l’Italia? Già ora abbiamo seri problemi idrici…
  7. le centrali nucleari sono delle vere e proprie bombe atomiche: il rischio di incidenti rimane sempre e sarebbe disastroso, per non parlare dei possibili attacchi terroristici…

Insomma, le controindicazioni sono tante ma naturalmente il governo non ce lo dice e neppure l’informazione (che, in quanto tale, dovrebbe appunto informare, ed invece si parla di Rom, stupri, Cogne, ecc…). Molti italiani si stanno convincendo che il nucleare è l’unica soluzione per risolvere il problema energetico italiano (almeno così gli fanno credere). Attualmente l’Italia produce appena il 12% del proprio fabbisogno energetico, il resto lo importa dall’estero (e buona parte di questo viene dal nucleare europeo…): il fatto che ce l’abbiano molti paesi europei non è un buon motivo per riproporlo anche in Italia, perché il nostro Paese è anomalo ed ha problemi economici e strutturali che nessun altro paese europeo ha. Ma, evidentemente, questo aspetto lo stanno ignorando in molti…
Ed allora che fare? L’Italia ha potenzialità enormi in fatto di energie rinnovabili: in particolare fotovoltaico ed eolico. A proposito di quest’ultimo, continuo davvero a non capacitarmi del fatto che molti considerino le pale eoliche un affronto al paesaggio italiano (organizzando comitati contro) e poi sono gli stessi che non scendono in piazza contro la costruzione di una centrale a carbone. È la conferma di come l’Italia sia un paese anomalo… Ci sono regioni italiane nel centro-sud con punti notevolmente ventosi: perché non impiantare queste benedette pale eoliche come già stanno facendo in buona parte d’Europa? Non dico di costruirle nei pressi dei paesi, ma in zone isolate: e poi non sarebbero così brutte da vedere, anzi. Per quanto riguarda il fotovoltaico, se ci fosse un impegno serio da parte dello Stato, da solo potrebbe soddisfare il fabbisogno energetico nazionale: recenti studi hanno addirittura dimostrato che coprendo di pannelli fotovoltaici un quadrato del deserto arabico delle dimensioni di 200x200 km, si riuscirebbe a fornire energia elettrica all’intero pianeta!!! Ma allora perché non puntarvi? È assolutamente pulito e piuttosto economico: in molte aree del sud Europa stanno costruendo grandi centrali fotovoltaiche che stanno servendo di energia intere città. Qui invece niente. Venerdì 23 maggio 2008 ho trovato sul quotidiano La Repubblica un articolo di un lettore il quale poneva il problema della sua abitazione campana: la Sovrintendenza ai Beni Culturali ad Ambientali di Caserta ha annullato l’autorizzazione (rilasciata dal Comune di Solopaca, in provincia di Benevento) ad installare pannelli fotovoltaici su una falda della copertura della sua abitazione in quanto per vincoli paesistici e per il mantenimento dei borghi non possono essere rimosse le tegole della copertura stessa (anche se si trattava di una falda interna al cortile e di tegole che non erano antiche ma del 1986 messe in seguito al terremoto): la stessa situazione sta riguardando buona parte del territorio campano. Ma è possibile che simili ostacoli possano bloccare la diffusione nel nostro paese di una fonte di energia illimitata nel tempo, pulita ed economica? Sì, è possibile ed è un controsenso tutto italiano che la Germania (ripeto, la Germania!) produca 2.000 gigawattore di elettricità dal fotovoltaico e noi con le potenzialità solari che abbiamo ne produciamo appena 35, ovvero ben 57 volte in meno dei tedeschi. Ah, ma il nucleare risolverà ogni problema…

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