giovedì 16 ottobre 2008

“Che tempo fa” o… “Che smog farà”?

Potrebbe essere questa una nuova rubrica del futuro, “Che smog farà”, magari affiancata all’ormai immancabile “Che tempo fa”. È un’idea dell’Unione Europea che ha deciso di aprire una nuova finestra informativa per permettere a tutti di organizzare la vita quotidiana diminuendo l’impatto dell’inquinamento. Si cercherà infatti di prevedere la quantità delle varie sostanze inquinanti nell’aria, il che potrà servire a pianificare con maggiore efficacia le misure necessarie a ridurre il rischio. Pertanto gli stop alle auto, le targhe alterne o le domeniche a piedi potranno essere organizzate in maniera più oculata: probabilmente non si riuscirà ad abbassare notevolmente il livello medio mensile di smog, ma almeno le punte dell’inquinamento.
Al progetto europeo ha partecipato anche l’ISAC, ovvero l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del CNR di Bologna: Alberto Maurizi, ricercatore dell’ISAC, spiega che per seguire questo nuovo tipo di analisi si è dovuto modificare lo statuto dell’ECWMF (il centro europeo che si occupa di previsioni meteorologiche), adattandolo allo studio dell’inquinamento per vedere l’effetto a livello sanitario. Il nuovo progetto si chiama GEMS ed impegna 31 laboratori di vari stati.
Per stabilire quanto inquinamento ci sarà in un dato paese in una data precisa si segue un calcolo complesso che tiene conto dei dati meteorologici e di quelli chimici per la formazione delle sostanze inquinanti: per calcolare le possibili combinazioni tra i 35 composti chimici esaminati verranno utilizzate 100 equazioni matematiche. Si tratterà di elaborazioni molto complesse e che dovranno tener conto di molte variabili, si tratterà insomma di calcolare l’andamento delle emissioni e di incrociarlo con i dati riguardanti l’umidità dell’aria, i venti, le temperature, la radiazione solare, ecc…
Basta andare sul sito http://gems.ecmwf.int per vedere come, a seconda dell’impostazione di calcolo scelta, le mappe dell’Europa si colorino diversamente cliccando sulla presenza di ozono, biossido di azoto o monossido di azoto. Entro un paio d’anni si prevede di trovare un’intesa metodologica che permetterà di unificare i vari modelli arrivando ad una previsione ufficiale di tre giorni che comprenderà un numero superiore di inquinanti.
Quindi, si tratterà di un servizio senz’altro utile: sapremo non solo il tempo che farà ma anche la qualità dell’aria che respireremo. Positivo è stato il commento di Roberto Bertolini, responsabile del centro dell’Organizzazione Mondiale di Sanità sul global warming, secondo il quale ne beneficeranno soprattutto gli anziani, chi soffre di patologie respiratorie e le persone allergiche o asmatiche. Si sono già fatti alcuni calcoli e i risultati sono davvero interessanti: facendo uno studio sulle 13 maggiori città italiane (per un totale di circa 9 milioni di abitanti), si è scoperto che tenendo gli inquinanti sotto il livello di 30 microgrammi per metro cubo si riuscirebbero a salvare molte vite: per i bambini sotto i 15 anni si eviterebbero 301.000 casi di malattie respiratorie alle vie profonde e 26.000 casi di bronchiti croniche, mentre per tutte le persone sopra i 15 anni si eviterebbero 497.000 casi di attacchi d’asma e ben 4.700.000 casi di malattie respiratorie alle vie profonde.
Dovremmo pazientare circa due anni ma ne varrà veramente la pena, soprattutto per la nostra salute.

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