giovedì 16 ottobre 2008

Verona: “DIOSSINA: NO AGLI INCENERITORI”

Si è conlcuso martedì 14 ottobre 2008 a Verona (in zona Fiera) il X° Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica: il tema della sessione è stato “tumori ed ambiente”. Naturalmente si è parlato a lungo di diossina e, a tal proposito, Patrizia Gentilini, oncologa medica di Forlì e membro dell’associazione “Medici per l’ambiente” ha affermato: “E’ un cancerogeno esistente in natura che viene prodotto da combustioni in presenza di cloro, quindi anche quando brucia un bosco. Ma non per questo dobbiamo sentirci autorizzati ad aumentare la quantità di questa pericolosa sostanza con inutili combustioni, quando i rifiuti potrebbero essere eliminati e riciclati in altro modo”. Purtroppo, secondo l’inventario europeo delle diossine la quantità di diossina prodotta in un anno in Italia è dovuto per ben il 64% dalla combustione di rifiuti urbani, industriali ed ospedalieri, e solo per l’1% dal traffico veicolare!!! Naturalmente, l’oncologa Gentilini si è dichiarata assolutamente contraria agli inceneritori: secondo alcuni studi, l’incidenza dei tumori aumenta tanto quanto diminuisce la distanza da un impianto di incenerimento. Non tutti gli oncologi presenti alla conferenza si sono però dichiarati contrari all’incenerimento, come Giuseppe Tirelli, direttore del Dipartimento di Oncologia Medica dell’IRCCS di Aviano, il quale punta sui miglioramenti tecnici apportati negli ultimi anni agli inceneritori e sui benefici ottenuti dall’introduzione di questi impianti. Sinceramente, mi viene un brivido pensare che ci siano oncologi favorevoli agli inceneritori: ma come si fa appoggiare la distruzione dei rifiuti mediante combustione, quando l’incenerimento dovrebbe essere l’ultimo procedimento da perseguire per risolvere il problema rifiuti? Dico questo per due motivi principali:
• nessuno può dire con certezza che dai camini degli inceneritori non escano diossina o altre sostanze: anzi, svariati studi stanno dimostrando che anche i più moderni filtri dei camini degli inceneritori non riescono a trattenere le polveri ultrasottili che derivano dalla combustione, polveri che sono dannosissime per la nostra salute in quanto entrano facilmente nel nostro organismo;
• anziché l’incenerimento, ci dovrebbe essere il recupero dei rifiuti: un’ottima raccolta differenziata consentirebbe di recuperare ben l’85% dei rifiuti, dalla plastica al vetro, dalla carta ai metalli, dall’umido agli scarti da giardino, dalle pile ai farmaci scaduti, dai rifiuti ingombranti al vestiario, dal legno ai prodotti pericolosi, mentre solamente il 15% finirebbe in discarica (la parte secca). Questo avrebbe un duplice vantaggio: servirebbero molte meno discariche (che considerando il tipo di rifiuto, ovvero la parte secca, non comporterebbero pericoli per il territorio circostante), e soprattutto si risparmierebbe una incredibile quantità di materia prima per creare nuovi prodotti (la plastica può essere fusa e riusata in nuova forma, il vetro può essere fuso, la carta viene macerata e riciclata, l’umido e gli scarti da giardino vengono convertiti in fertilizzanti, ecc…).
Inutile girarci tanto attorno: purtroppo la sciagurata idea di inserire l’incenerimento nella categoria delle “energie rinnovabili ed assimilabili” (!!!) ha permesso di erogare valanghe di milioni di euro per la costruzione di questi impianti di combustione, a dispetto della protezione dell’ambiente e della salute umana. E nessuno è ancora riuscito a bloccare questo scempio. Il denaro, insomma, vale più della nostra salute… E intanto, secondo i dati dell’AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) in Italia si muore sempre meno di tumore perché sono migliorate le cure (140.000 morti nel 2007, 125.000 stimati nel 2008), ma i casi continuano, al contrario, ad aumentare (240.000 casi nel 2007, 250.000 stimati nel 2008). Ma, cosa volete, contano di più i famosi certificati verdi CIP6…

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