domenica 23 novembre 2008

OGM all’assalto del biologico

È il titolo dell’articolo che il giornalista Carlo Petrini ha scritto per il quotidiano La Repubblica giovedì 20 novembre 2008. Dal 1° gennaio 2009 entrerà in vigore il nuovo regolamento comunitario per il biologico, il quale equiparerà l’agricoltura biologica a quella convenzionale per quel che riguarda la contaminazione accidentale da OGM! Fino a poco tempo fa si trattava di una bozza di regolamento per il biologico, alla quale si erano opposti fin da subito varie organizzazione (come Slow Food e Coldiretti) ed anche lo stesso Parlamento europeo (tra l’altro a grande maggioranza): questa bozza prevedeva che la soglia di contaminazione accidentale da OGM (al di sotto della quale continua essere lecito etichettare come biologici gli alimenti contaminati) fosse dello 0.9%, ovvero la stessa percentuale applicata nell’agricoltura convenzionale. A questo si erano ribellate le varie organizzazioni ed il Parlamento europeo i quali volevano invece che questa percentuale fosse molto più bassa, ovvero lo 0.1%, al fine di garantire al consumatore la massima sicurezza alimentare: si chiedeva lo 0.1% perché era il minimo tecnicamente rilevabile, al di sotto del quale gli strumenti di rilevamento non funzionano. In pratica si pensava (lecitamente) che se c’è traccia di OGM non si può parlare di biologico (http://www.liberidaogm.org).
Ed, invece, le cose sono andate diversamente: la Commissione ha ignorato il voto addirittura dello stesso Parlamento europeo, una cosa incredibile, considerate anche le molte voci di protesta che si erano sollevate da più parti. Credo proprio abbia ragione il sig. Carlo Petrini quando dice che: “L’unica spiegazione che mi sono dato è veramente sgradevole. Ha a che fare con la volontà politica di danneggiare ancora una volta le produzioni sostenibili e di qualità, favorendo le lobby del ‘tanto peggio tanto meglio’, economicamente potentissime, che nella mancanza di rigore normativo non possono che proliferare”.
Naturalmente questa nuova normativa sarà una batosta per l’agricoltura biologica europea ma, soprattutto, italiana: nel 2007 nel nostro paese sono stati coltivati a biologico 1.150.000 ettari di terreno impiegando oltre 50.000 operatori (di cui più di 43.000 sono produttori). E qui riporto un altro passo dell’articolo di Petrini: “La difesa dell’autentico made in Italy, della qualità e della tipicità dei nostri prodotti, del senso stesso della dieta mediterranea, passa dalla difesa delle produzioni biologiche, passa dalle mani di quanti creano profitto e benessere, nel senso più completo, senza danneggiare il pianeta. Ebbene, sembra che questi signori nessuno abbia voglia di proteggerli. Per lo meno non a Bruxelles”.
Ha ragione lo stesso Petrini quando dice che dovremmo essere superiori: anche se dal 1° gennaio 2009 entrerà in vigore la nuova normativa, i coltivatori italiani di biologico dovrebbero continuare ad essere “completamenti liberi da OGM”, lasciando la percentuale dello 0.9% ad altri coltivatori scellerati. In tale maniera non si correrebbero rischi di procedure d’infrazione da parte dell’Unione Europea, si correrebbe il rischio di fare la figura di quelli che all’agricoltura biologica tengono davvero (e sarebbe una bella figura), e si garantirebbe la massima trasparenza delle informazioni ai consumatori.
Concludo con la parte finale dell’articolo di Petrini, chiarissima e che descrive alla perfezione quello che potrebbe succedere: “Altrimenti tutti noi dal 1° gennaio 2009 avremo una ragione in meno per comprare biologico, da qualunque parte dell’Europa esso provenga. E l’unico biologico di cui potremo ancora fidarci sarà quello dei paesi più poveri, quello che producono biologico per forza (e dunque per davvero) e non per regolamento”…

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