Cambio di Presidente al FAI
Ebbene, dal prossimo 1° gennaio 2010 il Presidente non sarò più la fondatrice del FAI Giulia Maria Mozzoni Crespi, che ad 86 anni e dopo 34 anni di presidenza ha deciso di lasciare il posto a Ilaria Buitoni Borletti. Chi è costei? Milanese, 53 anni, esponente di una storica famiglia imprenditoriale lombarda (suo nonno fondò la Rinascente), già membro del Consiglio di Amministrazione del FAI e presidente della sezione del FAI dell’Umbria dal 2007, è stata a lungo impegnata nel volontariato (presidente di Amref Italia onlus, ovvero African Medical and Research Foundation). La Borletti prenderà dunque il posto della signora Crespi (quest’ultima comunque resterà Presidente onorario del FAI con delega alle questioni ambientali). Intervistata da Carlo Brambilla sul quotidiano la Repubblica, la signora Crespi ha affermato: “Io ho ormai 86 anni e dopo 34 anni è giusto dare l’esempio e lasciare posto ai giovani. Ilaria ha una lunga esperienza nelle onlus e un grande senso manageriale, più forte del mio. Sarà quindi in grado di portare il FAI verso traguardi superiori e più alti”. Sempre la signora Crespi in un passo dell’intervista afferma: “Continuerò ad occuparmi di ambiente in un Paese dove imprenditori senza scrupoli distruggono il paesaggio, aiutati da politici che pensano soltanto al loro tornaconto immediato”. Quanto ha ragione, purtroppo…
Sempre sullo stesso quotidiano la Repubblica, viene intervistata anche la nuova presidente del FAI, la quale afferma che innanzitutto spera di raddoppiare in un paio d’anni le iscrizioni all’ente (oggi sono circa 75.000), visto che questo tipo di associazioni italiane non reggono il raffronto con quelle europee (ad esempio, il National Trust inglese conta la bellezza di tre milioni e mezzo di iscritti…). La ricetta del nuovo presidente sarà quella di migliorare la comunicazione del FAI, aumentando la presenza sui giornali ed in TV e, soprattutto, estendendo le proprie proprietà soprattutto al Centro-Sud Italia dove è maggiore il bisogno di tutela del paesaggio.
Alla domanda “Come si vince l’emergenza paesaggio?” il nuovo presidente risponde: “Con una maggiore collaborazione tra istituzioni pubbliche e private”. Personalmente sono d’accordo, c’è un enorme bisogno di proteggere l’incredibile patrimonio storico, artistico e ambientale del nostro paese, ma sono le istituzioni pubbliche che mi preoccupano… Per non parlare della scarsità degli aiuti statali!
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