venerdì 22 gennaio 2010

CENTRALI NUCLEARI E RISCHIO LEUCEMIA…

Ho trovato un interessante articolo sul quotidiano la Repubblica di martedì 12 gennaio 2010, scritto da Francesco Bottaccioli che è il Presidente onorario della Società Italiana di psiconeuroendo-crinoimmunologia.
Molto si sta parlando in questi mesi del rilancio dell’energia nucleare da parte dell’attuale governo Berlusconi. Più volte in passato ho dedicato post a questo argomento, in cui ho esposto tutte le mie contrarietà a questa fonte di energia, dai costi esorbitanti (e vista la situazione italiana non sarebbe il caso…) al pericolo ambientale (non sono ancora le centrali nucleari sicure di 4° generazione), dal problema dello smaltimento delle scorie nucleari (e sapendo come si smaltiscono i rifiuti in Italia…) al molto tempo dalla loro entrata in funzione. Si potrebbe avere moltissima energia subito dalle fonti rinnovabili (sole, vento, acqua, ecc…), ma con queste evidentemente non si specula… Ora però ho trovato un altro argomento che mi da conferma sul fatto che in Italia abbiamo bisogno di tutto fuorché del nucleare.
Tutto parte alla fine degli anni ’80, dopo l’incidente alla centrale nucleare di Chernobyl del 26 aprile 1986: si era riscontrato un aumento dell’incidenza di cancro e di leucemia infantile nelle vicinanze degli impianti nucleari inglesi pur in assenza di incidenti. Cosa risposero le autorità inglesi? Così: “Poiché la quantità di radiazioni rilasciate da impianti normalmente funzionanti è troppo bassa per indurre leucemie, non sappiamo quale sia la causa del loro aumento”. Una risposta direi sconcertante… In questi due decenni sono stati fatti vari studi in merito: in particolare, uno studio del 2008 dell’Ente governativo tedesco per il controllo radioattivo (ovvero il BFS, Bundesamt fur Strahlenschutz) ha esaminato tutti i 16 impianti nucleari tedeschi analizzando l’incidenza dei tumori tra i bambini: lo studio ha confermato quanto si sospettava da tempo, ovvero la correlazione diretta tra il rischio di leucemia in bambini piccoli (meno di 5 anni) e la vicinanza della loro casa agli impianti nucleari. La tabella di questo studio dimostra che i bambini che vivono entro 5 (ripeto, 5) km dai reattori nucleari hanno un incremento del 76% (ripeto, 76%) del rischio di contrarre una leucemia rispetto ai coetanei che vivono a più di 50 km (la cui incidenza è dello 0.5%!!! Questa incidenza aumenta del 26% se la distanza dalla centrale è compresa tra 5 e 15 km e del 10% se la distanza è compresa tra 10 e 30 km. Altri studi hanno poi confermato questi risultati. Anche nel caso tedesco, però, le autorità non sono riuscite a dare delle spiegazioni al fenomeno.
Ma allora, cosa succede in realtà? Recentemente, sulla rivista Environmental Health è stata avanzata un’ipotesi secondo la quale i radionuclidi (ovvero gas nobili con kripton, argon e xeno, trizio, C-14), che vengono liberati in aria col vapore acqueo che esce dai camini delle centrali nucleari, vengono poi assorbiti dal terreno e dalle piante ed entrano così nella catena alimentare (pensate che alcuni di questi radionuclidi rimangono radioattivi per migliaia di anni…). Ciò comporta la formazione di cancri e leucemie. Le donne gravide, inoltre, esposte a queste sostanze radioattive, le trasmetterebbero al feto con un conseguente imprinting cellulare che provocherebbe tumori già nelle prime fasi di vita. Alcuni studi canadesi hanno confermato che la concentrazione di trizio su frutta, verdura, latte, carne e uova è molto più alta se questi sono stati prodotti vicino all’impianto.
Si tratta di un fatto assolutamente nuovo, del quale naturalmente nessuno parla in TV, visto il controllo politico che l’attuale governo esercita sull’informazione. Già in questi ultimi mesi il governo (dopo averci bombardato nella prima parte del 2009 col rilancio del nucleare) sta tacendo sui probabili siti per la costruzione delle centrali nucleari per il semplice fatto che fra due mesi ci sono le elezioni regionali e c’è quindi il timore che parlare di siti nucleari faccia perdere voti (così funziona la politica, purtroppo, in Italia!). E non sarà certamente la soluzione ideale quella prospettata dal governo di offrire dei soldi alle popolazioni che vivranno vicino alle future centrali nucleari: con i soldi si vuole praticamente comprare il consenso degli elettori, pardon dei cittadini. Se poi loro si ammaleranno, cavoli loro, tanto non sapranno da cosa sia derivato il loro cancro…

1 commento:

Bertollini ha detto...

Ho fatto una ricerca sull'argomento ed i risultati sono un pochino lunghi, pertanto prego di copiare ed andare sul seguente Link: http://studio-bertollini.blogspot.com/2009/10/energia-dintorni-siamo-realmente.html#links