domenica 20 giugno 2010

MESSINA: se l'alluvione non ha insegnato NIENTE...!

Ci risiamo: ogni qualvolta un evento alluvionale o franoso interessa un angolo del nostro paese, seguono dichiarazioni rassicuranti delle autorità sul fatto che si sarebbe combattuto contro l'uso indiscriminato e scellerato del territorio. Lo scorso mese di ottobre 2009 un'alluvione aveva imvestito una piccola parte del territorio messinese della costa ionica (area di Giampilieri): certo, le precipitazioni erano state eccezionali, con punte di 300-400 mm d'acqua scaricati in pochissime ore, tuttavia l'uso illecito che l'uomo ha fatto del territorio ha portato alla catastrofe con la morte di 31 persone (oltre a 6 dispersi e danni incalcolabili). Tutto questo per mancata pulizia dei corsi d'acqua, disboscamento dei pendii, non esecuzione delle opere di rafforzamento idrogeologico, abusivismo edilizio e, ancor peggio, concessioni edilizie rilasciate laddove non si potrebbe costruire.
Sono passati neanche 9 mesi e... NON E' CAMBIATO NIENTE! Da un'indagine di Paolo Casicci (intitolata "A Messina hanno inventato il sacco edilizio legale") pubblicata sull'inserto Il Venerdì del quotidiano la Repubblica del 18 giugno 2010, scopro che tre palazzine stanno sorgendo su un pendio scosceso del quartiere Annunziata di Messina e che, a monte, un muro di contenimento è stato spezzato dalle piogge invernali (senza essere riparato...); scopro che poco più a nord, sempre a Messina, sul fiume Trapani una ditta sta sbancando parte del terreno adibito ad area verde per compensare il notevole carico di alcune palazzine in costruzione su un altro pendio; scopro che da gennaio 2010 ad oggi sono state avanzate ai Comuni ben 47 richieste di "Permesso di Costruire" per nuovi residence e villaggi sparsi sui pendii dei Monti Peloritani e lungo le 51 fiumare cittadine che degradano verso il mare. L'importante è che questi nuovi residence abbiano "vista mare"... Alcune denunce sono state fatte dall'Associazione Mediterranea per la Natura (http://www.migrazione.it/).
Davvero incredibile come l'interesse economico sia davvero più importante non solo del rispetto dle nostro territorio, ma addirittura della vita umana! E questo grazie alla legge urbanistica siciliana e al menefreghismo degli uffici tecnici comunali: tale legge prevede infatti il silenzio-assenso nel caso in cui, passati 120 giorni, il Comune non si esprima su una richiesta di "Permesso di Costruire". E spesso non si esprime: per mancanza di tempo? Mah... Molto probabilmente per corruzione e tangenti che vengono fatte circolare nei Comuni... Naturalmente non sono tutti corrotti: Giuseppe Corvaja, assessore all'Urbanistica del Comune di Messina, parla di "piano sregolatore" ed ora ha intimato la revisione di alcune concessioni rilasciate troppo frettolosamente (o non rilasciate...). Si sta consumando un "sacco edilizio legale" con cui la mafia ricicla il denaro.
Come può essere che il Piano Regolatore Comunale preveda (perchè così è stato approvato!) delle zone di completamento edilizio (ove quindi poter costruire) su intere aree di collina, sapendo che quei pendii sono instabili (senza quindi fare opere per rinforzarli)? Come è possibile che vengano previste aree lottizzabili in zone a forte rischio idrogeologico? E' normale secondo voi che in una città in continuo calo demografico si continuino a costruire edifici residenziali? C'è una sola risposta a tutte queste domande: il denaro, sporco maledetto denaro. Alla prossima alluvione, intanto, morirà qualche altro innocente, ma coloro che continuano a costruire ove non si potrebbe contunueranno a farlo perchè sono così animali che questo termine è un'offesa per gli animali veri! Tanto poi arriva qualche condono...

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