lunedì 14 giugno 2010

Notizie... egiziane!

In queste ultime settimane ho scovato sull'inserto "Il Venerdì" del quotidiano la Repubblica due curiosità riguardanti l'Egitto: una riguardante l'arte (Il Venerdì del 30 aprile 2010) ed una riguardante geografia (Il Venerdì del 28 maggio 2010).
La notizia d'arte riguarda un summit tra i rappresentanti di circa 30 paesi di tutto il mondo (tra cui Italia, Cina, Iraq, Spagna e Siria) che si è tenuto in aprile a Il Cairo (capitale egiziana) per chiedere la restituzione dei beni archeologici sottratti o rubati nei secoli scorsi e che ora sono esposti nei musei di tutto il pianeta: così la Grecia reclama i marmi del Partenone, la Libia reclama la statua dell'Apollo di Cirene, il Perù rivuole indietro la collezione di reperti del Machu Picchu. Durante questo summit è stata fatta una graduatoria delle rivendicazioni in base alle priorità, e tra queste primeggiano varie opere d'arte egiziane tra cui la stele di Rosetta (ora conservata al British Museum di Londra), il busto di Nefertiti (custodito al Neues Museum di Berlino) e la statua di Ramesse II (esposta al museo egizio di Torino). Dopo questo summit l'Egitto è riuscito ad ottenere un piccolo primo risultato positivo: dopo oltre un secolo dal suo furto, la Svizzera ha restitutito al paese africano l'alluce della mummia del faraone Akhenaton (padre di Tutankhamon). Che sia il segnale di una restituzione definitiva di tutte le opere d'arte sparse per il mondo?
La notizia di geografia riguarda invece il fiume Nilo: dopo circa 10 anni di trattative lo scorso mese di maggio Etiopia, Uganda, Ruanda e Tanzania, con l'appoggio del Kenya, hanno sottoscritto un accordo quadro di cooperazione per una gestione condivisa delle acque del grande fiume, in modo di arrivare ad una distribuzione più equa delle sue acque (che, lo ricordiamo, nei suoi 6.700 km di lunghezza attraversa ben 10 paesi). Questo accordo quadro prevede la creazione di una Commissione permanente con sede ad Addis Abeba (capitale kenyota) che valuterà le varie questioni relative al fiume, nonché la realizzazione di progetti d'irrigazione e barriere idroelettriche nei vari paesi bagnati dal Nilo. Egitto e Sudan, però, si oppongono a questo trattato (visto che il fiume trascorse per la maggior parte del suo percorso nel loro territorio): i due paesi non vogliono modificare le attuali regole di gestione dle fiume stabilite nel lontano 1959, anche perchè la loro vita è concentrata su questo fiume. Staremo a vedere gli sviluppi futuri: l'acqua è un bene sempre più importante e probabilmente è giusto che l'acqua del più importante fiume al mondo sia utilizzata da tutti i paesi che ne sono bagnati.

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