giovedì 7 ottobre 2010

Alluvione in Liguria: se il passato non ha insegnato niente...

Purtroppo siamo ancora qui a parlare dell'ennesimo disastro naturale che ha colpito una parte del nostro paese: questa volta è toccato a Genova e alcune zone ad ovest della città (Sestri Ponente, Varazze e Cogoleto). Ad inizio settimana una valanga di acqua e fango ha investito questi paesi, causando danni ingentissimi e 1 disperso (per fortuna il bilancio delle perdite umane è molto meno disastroso di altre precedenti alluvioni).
C'è da premettere che, come altre volte in passato, si è verificata una precipitazione pluviometrica eccezionale: in un'area molto ristretta sono caduti fino a 400 mm d'acqua in appena 5 ore (vuol dire ben 400 litri d'acqua per metro quadrato), una pioggia di tipo monsonico (si è trattato di un temporale autorigenerante rimasto stazionario sul posto per alcune ore, che è stato alimentato dallo scirocco e con effetti pluviometrici incentivati dalle montagne che si trovano proprio a ridosso del mare e dietro le città costiere). E' naturale che in simili situazioni si verifichino situazioni alluvionali: in questo non c'entra tanto il riscaldamento globale, visto che episodi simili si sono verificati già in passato nella zona e in molte altre parti d'Italia (citiamo Atrani la scorsa estate, Giampilieri in provincia di Messina un anno fa, Sarno nel 1998, tanto per ricordare le più note, ma la lista sarebbe lunghissima). La stessa area genovese ha vissuto in passato situazioni tragiche: nel 1993 Genova venne sommersa da oltre 500 mm d'acqua in poche ore e nel 1970 a Polcevera di mm ne caddero addirittura 984 (quasi un metro!!!) in 24 ore, impressionante, causando decine di vittime.
Ciò premesso, si deve ricordare che questo non deve coprire le vere cause di questi gravi disastri: l'uomo. Ad ogni alluvione se ne parla ma poi tutto va nel dimenticatoio, soprattutto perchè lo Stato fa pochissimo: si continuano a disboscare i pendii delle montagne, non si rimpiazzano i boschi incendiati nelle zone montuose accelerando il dilavamento del terreno, non si demoliscono le tantissime costruzioni presenti negli alvei e nelle golene dei fiumi, si fa scarsa pulizia dei fiumi stessi, si continua a costruire a ridosso dei torrenti, si continuano a mantenere incanalati alcuni torrenti sotto l'asfalto stradale, non si fanno opere di rafforzamento dei pendii montani. Certamente il problema è molto più grande di quel che sembra, e assolutamente difficile da risolvere: tuttavia, se ogni fiume e torrente avesse la sua ampia area in cui sfogare la violenza delle acque sarebbe tutta un'altra cosa, ma ciò non avviene perchè i torrenti continuano ad essere delimitati da edifici, opere abusive o (ancora più grave) condonate che impediscono il libero sfogo delle acque, pendii instabili (e lo si sa) che non vengono rinforzati.
Alla base di tutto ciò ci sta la carenza di fondi, la cronica carenza di fondi, o meglio i fondi che lo Stato destina ad altro invece che alla sicurezza del territorio italiano e dei suoi cittadini: come dicevo nel mio precedente post, si continuano a finanziare i partiti, si continuano ad inviare aiuti al Vaticano (sotto varie forme), non si tagliano enti inutili (tipo le sempre più numerose Province), non si tagliano le spese immense del Parlamento (poverini, gli onorevoli: gli sono stati tagliati 1.000 dei loro 14.000 euro di stipendio mensile...). E intanto l'Italia va letteralmente a rotoli, e molto spesso ci rimettono in vite umane moltissimi cittadini (oltre che a subire danni inestimabili).
I dati sono inquietanti e si commentano da soli: nella sola Liguria, 188 Comuni sono a rischio idrogeologico, nei quali ben l'84% dei loro abitanti vive in aree golenali, in prossimità di alvei e in aree a rischio idrogeologico, e di questi Comuni il 27% ha interi quartieri a rischio e il 53% ha aree industriali in zone a rischio!!!! Basta: è ora di far pagare i colpevoli, e sono lo Stato per i mancati interventi di sistemazione idrogeologica e per i tagli di spesa sempre più folli, e le Amministrazioni Regionali, Provinciali e Comunali che, con varie responsabilità, devastano il territorio con condoni di abusivismi, edificazione selvagge in zone a rischio e mancate manutenzioni. Sono loro i killer di queste nostre vite umane, nessun'altro, neanche l'evento meteorologico eccezionale.

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