sabato 26 febbraio 2011

"SE DICI CENTRALI DICI RISCHIO"

Questo è il titolo di un articolo apparso sul settimanale L'Espresso, nel numero dell'11 novembre 2010, dedicato agli effetti negativi sulla salute da parte delle radiazioni provenienti dalle centrali nucleari. L'articolo è stato scritto dai fisici italiani Gianni Mattioli e Massimo Scalia per rispondere a Umberto Veronesi, recentemente chiamato dal governo Berlusconi alla presidenza dell'Agenzia per la sicurezza nucleare. In un precedente numero de L'Espresso Umberto Veronesi aveva affermato: "L'idea che il nucleare possa aumentare il rischio-cancro è infondata: non c'è combustione, non ci sono emissioni, non c'è diffusione di cancerogeni. Ho dato la mia disponibilità all'incarico perchè questa agenzia si occupa della sicurezza, dunque della tutela della salute della popolazione".
I due fisici gli rispondono che le loro preoccupazioni si basano non su quanto affermato da Veronesi ma sulle emissioni di radiazioni in condizioni di funzionamento normale degli impianti, perchè è inevitabile che durante tutto il ciclo di produzione di energia nucleare ci siano emissioni verso l'esterno di sostanze radioattive. E sono a rischio non solo i lavoratori che sono impiegati nella centrale, ma anche la popolazione che vi vive attorno perchè queste sostanze vengono rilasciate in aria o nei corpi idrici, in particolare attraverso le catene alimentari. Per questo la Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Ionizzanti esprime, nelle raccomandazioni ai governi, i seguenti punti.

  1. Dosi comunque piccole di radiazioni, aggiungendosi al fondo naturale di radioattività, possono causare eventi sanitari gravi ai lavoratori e alle popolazioni, nel funzionamento normale degli impianti.
  2. Sulla base della collaborazione scientifica internazionale, Icpr pubblica la correlazione tra dose di radiazioni assunte da una popolazione ed eventi sanitari gravi (tumori, conseguenze di carattere genetico) che si manifestano.
  3. La definizione Icpr di Dose Limite di radiazioni ai lavoratori e alle popolazioni residenti non significa dose al di sotto della quale non c'è rischio, ma quella dose alla quale sono associati effetti somatici (tumori, leucemie) o effetti genetici, che si considerano accettabili a fronte dei benefici associati a siffatte attività con radiazioni.
  4. Nel corso degli anni evidenze scientifiche hanno portato Icpr a ridurre le dosi: allo stadio attuale esse non possono essere ulteriormente ridotte pena la rinuncia alle attività relative.

Nel 2003 l'Ufficio Federale Tedesco per la Protezione delle Radiazioni ha incaricato l'Università di Mainz di una ricerca sui casi di leucemie infantili in prossimità delle centrali nucleari (ricerca estesa a tutti i siti nucleari tedeschi per il periodo compreso tra il 1980 e il 2003): ebbene, i risultati (diffusi nel 2008) evidenziano un aumento di ben il 160% nei neonati di tumori embriogenetici e addirittura del 220% di leucemie!!! In seguito all'esito delle ricerca, l'Ufficio Federale Tedecso di cui sopra ha affermato: "Lo studio presente conferma che in Germania c'è una correlazione tra la distanza della casa dalla centrale nucleare e il rischio di sviluppare un cancro (leucemia in particolare) entro cinque anni dalla nascita".
Perchè di questo nelle trasmissioni TV italiane non se ne parla? Perchè di questo nella pubblicità ingannevole sul nucleare apparsa in TV (e ora fermata) nessuno ne parla? L'unico fine è purtroppo quello economico, e come sempre a vantaggio di pochi: lo scopo è barattare la salute di molti con la ricchezza di pochi (politici, imprese, enti gestori energetici, ecc...). E che la smettino quelli del centro-destra di dirci che le centrali nucleari sono necessarie per la dipendenza energetica dell'Italia: ci sono ben altri fonti energetiche (illimitate, tra l'altro), e poi sappiamo tutti che ci sono anche altri rischi nelle centrali nucleari (vedasi i miei precedenti post). Questo è il Bel paese...

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