giovedì 10 marzo 2011

SALVIAMO GLI OLEANDRI

Ho trovato un bel articolo sulla rivista mensile "Ville Giardini", nel numero di marzo 2011: l'articolo si intitola appunto "Salviamo gli oleandri" ed è stato scritto da Paolo Pejrone nella sua rubrica "Il giardino delle ortiche".
L'articolo è dedicato allo scempio della distruzione delle siepi di oleandri che dividono le due corsie dell'autostrada A12, che unisce la Lunigiana a Livorno: io stesso sono rimasto colpito più di qualche volta dalla bellezza di queste siepi di oleandri lungo questa ma anche altre autostrade italiane, come in Liguria o in alcune regioni meridionali. Olenadri: alberi sempreverdi, rigogliosi, folti e, soprattutto, di un'eleganza incredibile durante il periodo di fioritura, tanto da considerare queste siepi lungo le autostrade ormai parte integrante del paesaggio. Dice Pejrone: "Spesso mi sono chiesto se l'allegria di quella colorata, lunga e robusta siepe fosse dovuta anche al semplice miscuglio di vari colori. Credo proprio di sì. La varietà e l'improvvisazione non sono forse uno dei caratteri unificanti dell'Italia? Del resto l'auspicato monocolore o gruppi di monocolori sarebbero stati elegantissimi, ma certamente meno mediterranei, meno italici". Ha senza ombra di dubbio ragione: percorrere una monotona (questa sì!!) autostrada e vedere siepi infinite di oleandri fioriti (di colore giallo, bianco, rosa, bordeaux) è qualcosa di incredibile per gratificare il proprio viaggio.
Ma ahimè, come succede sempre più spesso in Italia, in quel tratto di autostrada tali siepi di oleandro sono state drasticamente tagliate, come dice Pejrone "quasi fossero stati giustiziati in fila, dopo tanti anni di fiduciosa e generosa compagnia". Si chiede Pejrone il motivo per cui questi olenadri sono stati tagliati, e perchè sono stati considerati così dannosi e così brutti. Non se ne capisce il motivo (e non ci dicano perchè le foglie sono velenose!!!): si tratta di piante che hanno bisogno solo di qualche potatura ogni tanto, resistono alla siccità e all'eccesso di pioggia, non producono scarti (sono sempreverdi), non necessitano di concimazioni. Una pianta resistentissima: certo, non tollera il gelo potente, ma dove sono stati piantati il gelo potente non è (quasi) mai arrivato. Non ci dicano neanche che lo hanno fatto per risparmiare soldi di manutenzione! E cosa hanno messo al posto degli oleandri? Non altre piante, ma un'alta parete in ferro zincato, a volte sostituita da un muretto in metallo!
Purtroppo questa è la fotografia di cosa l'Italia pensa del verde pubblico e del paesaggio: sono, ahimè, pochissime le persone che amano veramente la natura, il paesaggio, il verde, le piante. E' vero, ci sono tantissimi appassionati di giardinaggio: ma evidentemente non nelle società e tra coloro che hanno nelle loro mani la gestione del (nostro) paesaggio.
Per questo condivido perfettamente quanto dice Pejrone nella parte terminale del suo articolo: "Molto probabilmente in Italia sono sempre pochissimi ad amare le piante, il verde, la natura. Soprattutto in pochi lo dimostrano e lo testimoniano con affetto, comprensione e con tutto quel bagaglio che il vero amore comporta: rinunce, attesa, pazienza. L'affetto, si sà, ha un suo prezzo". Confidiamo pertanto in scelte future migliori da parte dei gestori del paesaggio e, in questo caso, da parte delle società che gestiscono le autostrade italiane. VOGLIAMO MANTENERE LE PIANTE TRA LE DUE CORSIE DI TUTTE LE AUTOSTRADE (ALMENO DOVE SONO ANCORA PRESENTI...).

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