martedì 14 maggio 2013

Salviamo i FARI MARINI

Un faro è una struttura, in genere una torre, dotata alla sommità di un sistema capace di emettere potenti segnali luminosi di aiuto e di riferimento nella navigazione, costituita da una lampada ed un sistema di lenti. I fari sono i più importanti dei segnalamenti marittimi. Sono situati in prossimità di luoghi di atterraggio, di luoghi pericolosi o di altri luoghi ove sia utile avere un punto notevole percepibile a distanza elevata durante la navigazione costiera. Sono chiaramente segnati sulle carte nautiche che ne riportano anche l'altezza focale, assieme alla caratteristiche del segnale luminoso emesso che li individua in modo univoco. Di largo uso nel passato, oggi il numero di nuovi fari costruiti è quasi fermo, sostituiti da sistemi digitali (LORAN, GPS, ecc.) di aiuto alla navigazione. I fari ancora operativi stanno invece subendo un processo di automazione totale per ridurne i costi di gestione e manutenzione. Il nome deriva dall'isola di Pharos, di fronte ad Alessandria d'Egitto, dove nel III secolo a.C. era stata costruita una torre sulla quale ardeva costantemente un gran fuoco, in modo che i naviganti su quei fondali potessero districarsi dalla retrostante palude Mareotide. Fonte wikipedia.it: l'intero articolo al link http://it.wikipedia.org/wiki/Faro
Scrivo questo perché ho trovato un interessante articolo di Riccardo Oldani pubblicato sul mensile “Focus” (http://www.focus.it) di aprile 2013, intitolato “Le luci del mare” e dedicato appunto ai fari marini. Nell'articolo si parla della Norvegia, che ha completato l'automatizzazione di tutti i suoi 102 fari costieri, rendendo quindi non più necessaria la presenza dell'uomo (tale lavoro è stato completato ancora nel 2005). Ora non serve più la presenza dell'uomo in quanto le vecchie lampade, che prima funzionavano a petrolio (e che quindi necessitavano del lavoro dell'uomo per predisporre gli stoppini, rifornire il carburante, caricare gli orologi meccanici, tenere pulite le lenti, ecc...) ora sono state sostituite da lampade a led, con fotocellule per l'accensione e lo spegnimento, sistemi di monitoraggio a distanza, generatori moderni con ampie riserve di combustibile se manca la corrente elettrica, energie rinnovabili. I guardiani servono comunque, per la manutenzione: in Norvegia infatti oltre ai 102 fari costieri ci sono altri 22.500 segnalamenti per la navigazione (di cui 5.800 dotati di luci), ovvero boe, fanali galleggianti e altri sistemi che possono subire danni da collisioni e devono pertanto essere tenuti in efficienza (dall'uomo). L'amministrazione costiera norvegese ha oggi 1.100 addetti, tra cui molti ex-guardiani dei fari. Ma ora alcuni di questi fari stanno tornando a nuova vita: ad oggi 58 di questi, grazie anche alla loro splendida posizione, sono stati recuperati come musei o alberghi. E in Italia? Abbiamo circa 830 segnalamenti a terra per la navigazione, ovvero 157 fari, 393 fanali (cioè strutture in muratura o montate su pali o tralicci) e circa 280 segnalamenti portuali minori: di tutti questi 830 segnalamenti a terra 550 sono oggi oggetto di un programma di automatizzazione che si completerà in 4 anni, mentre dei 157 fari circa il 55% è completamente automatizzato. 
È assolutamente importante recuperare questi fari e i vari segnalamenti: i fari soprattutto sono qualcosa di particolare che ormai fanno parte dell'immaginario collettivo, del nostro territorio e della tradizione marina. È nostro dovere recuperarli, magari adibendoli ad altri usi come già succede in altre parti del mondo (ad esempio a musei, a poli culturali, a sede di associazioni ambientali, ad alberghi, ecc...). Segnalate eventuali situazioni di degrado del faro della Vostra zona all'Amministrazione competente (comunale, provinciale, regionale, ecc...).

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