mercoledì 2 ottobre 2013

Quando il dialogo tra credenti e non credenti è costruttivo

Ricorderete lo scalpore che ha suscitato poche settimane fa la lettera che Papa Francesco ha inviato al quotidiano la Repubblica in risposta a due editoriali di Eugenio Scalfari della scorsa estate dedicati alla fede (Scalfari, lo ricordo, è ateo). Forse è passato inosservato, ma pochi giorni fa il "precedente" Papa (Ratzinger) ha risposto allo scrittore Piergiorgio Odifreddi in merito al libro "Caro Papa ti scrivo" di quest'ultimo del 2011 (risposta pubblicata sempre su la Repubblica). E arriviamo a ieri, alla lunga intervista pubblicata ancora dal quotidiano la Repubblica, fatta da Scalfari a Papa Francesco nell'incontro tenutosi tra i due (voluto ed organizzato di persona dal Papa!) martedì 24 settembre 2013 presso Santa Marta, in Vaticano. In questo blog non ho mai parlato di religione come professione di fede, in quanto io stesso (come Scalfari) non credente. Però devo ammettere che ho trovato davvero costruttivo questo dialogo, questo scambio di opinioni, tra un credente ed un non credente, basato sul rispetto altrui e su princìpi che non sono caratteristica né dell'uno né dell'altro, ma di entrambe, cioè di tutti. E trovo ancora più entusiasmante che un quotidiano come la Repubblica si sia preso carico di un dialogo così importante, per renderlo partecipe a più gente possibile: quindi i miei personali complimenti al quotidiano, che peraltro è il "mio" quotidiano da molti anni e che personalmente farei leggere in molte scuole non perché espressione di una parte politica (che in effetti non è) ma perché espressione dell'Italia civile e del senso democratico. Naturalmente la lunga intervista la potete leggere online o sul quotidiano di ieri, ma voglio riportare alcuni passaggi che mi hanno colpito. 
Mi colpisce che un Papa affermi che la coscienza è autonoma e che ciascuno deve obbedire alla propria di coscienza, perché ciascuno ha una sua idea del Bene e del Male e deve scegliere di seguire il Bene e combattere il Male come lui li concepisce, affermando che basterebbe questo per migliorare il mondo. Mi colpisce che un Papa affermi che l'amore per il prossimo è il lievito che serve al bene comune, l'amore per il prossimo deve essere almeno uguale a quello che abbiamo verso se stessi (che non sia narcisismo). Mi colpisce che un Papa affermi che un non credente non è detto che sia anticlericale ed anzi che lui stesso (il Papa) diventi anticlericale quando trova un clericale, perché il clericalismo non ha niente a che vedere col cristianesimo. Mi colpisce che un Papa affermi che il suo obiettivo non è il proselitismo ma l'ascolto dei bisogni, dei desideri, delle delusioni, della disperazione, della speranza, che bisogna ridare speranza ai giovani, aiutare i vecchi, aprire verso il futuro, diffondere l'amore, predicare la pace, aprire alla cultura moderna. Mi colpisce che un Papa affermi con sincerità che la Chiesa non si occuperà di politica e che tutti gli uomini di buona volontà devono tuttavia impegnarsi civilmente e politicamente perché la politica è la prima delle attività civili ed ha un proprio campo d'azione che non è quello della religione, che le istituzioni politiche sono laiche per definizione ed operano in sfere indipendenti. Mi colpisce che un Papa ascolti con interesse un non credente come Scalfari che gli dice che lui crede nell'Essere, cioè nel tessuto dal quale sorgono le forme e gli enti, in quanto l'Essere è un tessuto di energia caotica ma indistruttibile, che da quell'energia emergono le forme quando l'energia arriva al punto di esplosione, che le forme hanno le loro leggi, i loro campi magnetici, i loro elementi chimici, che si combinano casualmente, che si evolvono, infine si spengono ma la loro energia non si distrugge. Mi colpisce che un Papa affermi che il liberismo selvaggio rende più forti i forti, più deboli i deboli e più esclusi gli esclusi, che ci vuole sì grande libertà, ma nessuna discriminazione, niente demagogia e molto amore, che ci vogliono regole di comportamento per correggere le disuguaglianze più intollerabili. 
Tutto questo mi ha colpito, come ho già detto prima, non tanto per quello che ha sostenuto il Papa o ha sostenuto Scalfari, ma per tutti quei sani princìpi di democrazia che sono comuni al pensiero sia del Papa che di Scalfari, perché sono pensieri che devono essere comuni a tutti. O almeno a trasmetterli a chi non li ha ancora capiti: a questo servono i dialoghi tra credenti e non, a costruire una società migliore. Tutti gli interventi tra Scalfari e il Papa saranno raccolti nel libro "Dialogo tra credenti e non credenti" che uscirà in edicola il prossimo 11 ottobre, con contributi di intellettuali e teologi.

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