mercoledì 27 novembre 2013
I rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche o semplicemente rifiuti elettronici (talvolta citati anche semplicemente con l'acronimo RAEE, sono rifiuti di tipo particolare che consistono in qualunque apparecchiatura elettrica o elettronica di cui il possessore intenda disfarsi in quanto guasta, inutilizzata, o obsoleta e dunque destinata all'abbandono. I principali problemi derivanti da questo tipo di rifiuti sono la presenza di sostanze considerate tossiche per l'ambiente e la non biodegradabilità di tali apparecchi. La crescente diffusione di apparecchi elettronici determina un sempre maggiore rischio di abbandono nell'ambiente o in discariche e termovalorizzatori (inceneritore) con conseguenze di inquinamento del suolo, dell'aria, dell'acqua con ripercussioni sulla salute umana. Questi prodotti vanno trattati correttamente e destinati al recupero differenziato dei materiali di cui sono composti, come il rame, ferro, acciaio, alluminio, vetro, argento, oro, piombo, mercurio, evitando così uno spreco di risorse che possono essere riutilizzate per costruire nuove apparecchiature oltre alla sostenibilità ambientale. Questo tipo di rifiuti sono comunemente definiti RAEE e sono regolamentati dalla Direttiva RAEE, recepita in Italia dal Decreto "RAEE". È strettamente legata con la Normativa comunitaria RoHS 2002/95/CE. Per garantire la protezione dell'ambiente e inviare i RAEE a centri di trattamento adeguati, è prevista la raccolta differenziata di tali apparecchiature. Attualmente i cittadini possono conferire i propri rifiuti alle isole ecologiche; dal 18 giugno 2010 è possibile riconsegnare gratuitamente il rifiuto direttamente al rivenditore, all'atto dell'acquisto di un'apparecchiatura della medesima tipologia, tale procedura è definita "uno contro uno", ed è regolamentata dal D.M.65 del 8 marzo 2010. Fonte http://it.wikipedia.org/wiki/Rifiuti_di_apparecchiature_elettriche_ed_elettroniche.
Proprio su tale tipo di rifiuti c'era un bel articolo di Irene Maria Scalise sul quotidiano la Repubblica del 22 novembre 2013. Guardando la graduatoria europea dei rifiuti di apparecchiature elettroniche ed elettriche, l'Italia è solo al 16° posto per rifiuti trattati correttamente, con circa 4 kg all'anno per abitante (la media europea è di 8 kg per abitante, cifra che raddoppia nei paesi ecologisti...). Questo non significa che in Italia ci sono pochi rifiuti elettronici: significa che gli elettrodomestici che non usiamo più li teniamo in casa o nel ripostiglio, anziché smaltirli. Ed è stata l'associazione Ecodom (Consorzio Italiano Recupero e Riciclaggio Elettrodomestici, http://www.ecodom.it/), assieme ad Ipsos, ad avere realizzato la “Ricerca sulle condizioni di utilizzo e smaltimento delle apparecchiature elettriche ed elettroniche da parte dei consumatori italiani” per capire quali e quanti sono questi elettrodomestici "dimenticati". Mentre una ricerca della Doxa ha trovato le motivazioni di tale fatto: su una scala media che va da 1 a 5 sui motivi per cui gli italiani non si liberano degli apparecchi in disuso 3.05 sono disinteressati, 2.76 sono oculati, 2.76 sono accumulatori, 2.73 sono pigri, 2.67 sono idealisti, 2.47 sono nostalgici, 2.29 sono diffidenti e 2.02 sono disinformati! E pensare quanto materiale prezioso si potrebbe recuperare da questi elettrodomestici inutilizzati: pensate che da un frigorifero si ottengono 28 kg di ferro, 6 kg di plastica e oltre 3 kg tra rame ed alluminio. Ecodom nel 2012 ha recuperato 62 mila tonnellate di materiale elettrico ed elettronico nel 2012, ma si può fare molto di più: si stima che oggi ci siano nelle famiglie italiane ben 200 milioni di elettrodomestici (grandi e piccoli) che non si usano più! Tra questi: videoregistratori, Tv a tubo catodico, condizionatori, friggitrici, macinacaffè, asciugatrici, tostapane, boiler elettrici, telecomandi, computer, radio, cellulari, ecc... Basti solo pensare che in Italia la quantità di rifiuti da apparecchi elettronici è diminuita del 17% nel 2012 rispetto all'anno precedente...
Perchè non riciclarli? Ci sono in Italia 3.400 isole ecologiche ove portarli, che servono il 94% della popolazione, oppure si possono portare nel negozio ove si acquista il nuovo elettrodomestico. Il risparmio energetico che deriverebbe dal recupero di tali rifiuti sarebbe enorme: il solo uso delle materie prime ottenute dal recupero ha consentito un risparmio energetico nel 2012 pari al consumo annuale di una città di 60.000 abitanti (come Viterbo)!! Non fermiamo il business del riciclo. Pensate a quante materie prime si recuperano senza andare ad estrarle in natura.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento