mercoledì 7 novembre 2007

Insisto sul mio personale "NO AL NUCLEARE"!

Ho già pubblicato vari post in passato su tale argomento ma non posso ora non tornarci visto che domani ricorre il ventennale del famoso referendum tenutosi in Italia per l'abrogazione del piano nazionale sulla localizzazione delle centrali nucleari: era l'8-9 novembre 1987, quasi 30 milioni di italiani si recarono a votare (quasi quanto le politiche!!!) e di questi ben 20.894.110 votarono SI' all'abrogazione di quanto richiesto. In pratica l'80.6% degli italiani disse NO AL NUCLEARE: certo, era ancora fresco il ricordo della tragedia di Chernobyl, ma non poteva essere solo questo. Nel 1987, avendo 12 anni, non avevo naturalmente diritto al voto ma sicuramente sarei stato in quell'80.6% degli italiani! E tuttora continuo a ribadire il mio personale "NO AL NUCLEARE", visto anche il gran parlare che se ne sta facendo nelle ultime settimane, soprattutto dopo aver letto da qualche sondaggio che molti italiani sarebbero ora pronti a rilanciare il nucleare. Mi dispiace per il caro popolo italiano che purtroppo (come su moltissime cose) anche su questo argomento rimane assolutamente disinformato, soprattutto per il fatto che nessuno lo informa! Ormai molti paesi europei hanno puntato sul nucleare: Olanda e Belgio hanno una centrale nucleare, la Svezia 3, l'Ungheria 4, la Svizzera e la Finlandia 5, la Repubblica Ceca e la Repubblica Slovacca 6, la Spagna 9, la Germania 17, il Regno Unito 23 e la Francia addirittura 59! Nel mondo ci sono 439 centrali nucleari, per una potenza installata di 371.647 Mw, di cui 197 in Europa (per una potenza di 169.499 Mw), 110 nel Nord America, 73 in Asia, 3 nel Sud America e 2 in Africa. Il mondo scientifico, ma anche politico, si sta spaccando tra favorevoli e contrari. I favorevoli (tra cui il ministro Pierluigi Bersani e Umberto Veronesi) sostengono il nucleare perchè il "il prezzo del petrolio è alle stelle, i combustibili fossili si stanno esaurendo e riduce l'inquinamento da CO2". Vero, ma gli effetti collaterali disastrosi perchè non li dicono? Semplice, perchè nessuno vorrebbe più il nucleare se sapesse le conseguenze negative. Ormai molti sono concordi che sono almeno 6 gli aspetti negativi del nucleare:
1) i costi di costruzione di una centrale nucleare sono elevatissimi ed inoltre l'energia prodotta non sarebbe così conveniente: come affermato dal Dipartimento dell'Energia americano, se oggi si decidesse di costruire una nuova centrale, l'impianto sarebbe pronto dopo il 2010 e 1 chilowattora di energia prodotta verrebbe a costare 6,13 centesimi di dollaro contro i 4,96 di quella prodotta dal gas, i 5,05 da fonte eolica e i 5,34 da quella a carbone. Dove li troverebbe lo Stato italiano tali denari, visto che già adesso la situazione economica dello Stato non è delle migliori?
2) lo smaltimento delle scorie nucleari (o perlomeno per mantenere in sicurezza i luoghi dove vengono depositate tali scorie) comporta sforzi economici enormi: ad esempio, il cimitero per le scorie che gli USA vogliono costruire nello Yucca Mountain (Nevada) è costato 18 anni di ricerca e ben 9 miliardi di dollari, senza offrire tra l'altro le garanzie necessarie;
3) l'uranio non abbonda: al ritmo di consumo attuale ci dovrebbe essere un deficit già nel 2025! Vale la pena costruire centrali (investendo miliardi di euro) se tra pochi anni non avranno più la materia prima per poter funzionare?
4) finito l'uranio si potrebbe utilizzare il plutonio, ma così facendo si accentuerebbe ancora di più il rischio attentati terroristici: le centrali nucleari diventerebbero delle vere e proprie "armi di distruzione di massa";
5) nelle centrali nucleari vengono impiegate per i processi di raffreddamento dei reattori quantità impressionanti di acqua: la Francia, ad esempio, utilizza ben il 55% dell'acqua nazionale per tali processi, tanto che durante l'estate 2003 entro in crisi!!! Dove la troverebbe l'acqua l'Italia visto che già ora, in seguito alle sempre più frequenti siccità, si riscontrano problemi gravissimi per l'agricoltura e per la popolazione?
6) i reattori di 4° generazione, ovvero quelli più sicuri, saranno pronti solo nel 2040: è così sensato puntare ora su quelli ben meno sicuri di 2° o 3° generazione?
Alla luce di tutte queste conseguenze negative, come può un paese come l'Italia sostenere il nucleare? Lo sappiamo tutti che l'Italia ha problemi non riscontrabili, ad esempio, negli altri stati europei. Perchè i favorevoli al nucleare non ci dicono come risolverebbero questi problemi? Ha ragione Jeremy Rifkin, teorico dell'ecomomia dell'idrogeno e consulente dell'Unione Europea per le strategie energetiche, quando dice che l'Italia non riesce (o non vuole..., aggiungo io) a sfruttare quelle risorse di cui abbonda e che molti paesi europei le invidiano, ovvero sole e vento. Già da tempo si sarebbe potuto investire su queste (ed altre) energie rinnovabili, ed invece niente: tuttora mancano programmi di investimento ed incentivi degni di un progetto a livello nazionale per puntare sulle energie rinnovabili. Diciamoci la verità, non basta certo incentivare il singolo cittadino perchè si metta il suo pannello solare sul tetto! E' a livello nazionale che manca la volontà di fare ciò: solo puntando sull'efficenza energetica degli edifici e sulle varie fonti di energie rinnovabili (solare, eolico, geotermico ed idroelettrico) si potrebbero tagliare del 35% le emissioni italiane di CO2 rispetto al 1990 e produrre energie in quantità, con un risparmio economico notevole. Siamo purtroppo schiavi di una classe politica (indistintamente tra destra e sinistra) incapace di agire e che a sua volta è schiava di interessi economici atti a favorire alcuni tipi di energia (e probabilmente anche qualcuno...). Ed intanto ci raccontano sempre le solite balle...

Nessun commento: