CLIMA: richiamo dell'UE all'Italia...
Come ormai sappiamo, l’Italia non è ancora riuscita a tagliare le emissioni in atmosfera di gas serra (in previsione di quanto scritto nel Protocollo di Kyoto per la lotta al cambiamento climatico in corso), ma addirittura le ha aumentate! Visto che non vi è finora stata inversione di tendenza, l’Unione Europea ha richiamato il nostro paese all’ordine…
Per attuare quel taglio del 20% di CO2 tra il 2012, anno in cui scadranno gli effetti del Protocollo di Kyoto, ed il 2020 (corrispondente all’impegno comunitario firmato sui parametri di Kyoto nel marzo 2007), il piano europeo prevede per l’Italia quanto segue:
- riduzione del 13% delle emissioni di CO2 provenienti dai settore esterni all’accordo di Kyoto (ovvero consumi domestici, riscaldamento, trasporti ed agricoltura), in pratica la quota sforata rispetto ai limiti imposti nel 1990;
- aumento delle energie rinnovabili fino al 17% della quota totale di energia prodotta entro il 2020 (ora siamo al 5,2%…). Tale obiettivo vale per l’intera Europa.
Questo piano sarà approvato dalla Commissione Europea il prossimo 23 gennaio: seguirà il piano di Bruxelles su come spalmare tra i singoli Stati l’obiettivo. Si tratta di un complicato dossier che può subire ancora qualche cambiamento e che servirà a modificare (positivamente) la nostra politica energetica. Anche le capitali europee dovranno fare la loro parte: così Roma (come le altre) dovrà tagliare le emissioni industriali di CO2 del 20% rispetto ai livelli del 1990 (soprattutto il petrolchimico e la lavorazione dell’alluminio). Inoltre, a differenza di adesso, dal 2012 nessun impianto industriale riceverà più quote gratis ma dovranno essere tutte pagate (oggi infatti le industrie che inquinano più della soglia consentita comprano la quota superata dai paesi che ce l’hanno ancora a disposizione…): questo penalizzerà soprattutto i paesi che utilizzano il carbone (come
Su energia nucleare e sotterramento di CO2 nutro varie perplessità, visto che c’è piuttosto la forte necessità di ricorrere alle energie rinnovabili veramente pulite per tagliare le emissioni di CO2 e garantendo (al contempo) la sicurezza ambientale, come l’eolico, il solare, il fotovoltaico, il geotermico, il biogas, le biomasse, il moto ondoso… Tantissime soluzioni per poter aumentare quella quota di energia pulita prefissata dall’UE, che al momento è molto bassa quasi ovunque: la media europea (a 15 paesi) è del 3%, mentre è del 5% in Italia, del 7% in Spagna, del 3% in Germania, del 6% in Francia e appena dell’1% in Gran Bretagna, mentre è del 26% in Svezia. Bisognerebbe quindi puntare sulla riduzione della produzione energetica da petrolio ed affini (il totale della produzione energetica nazionale dipende dal petrolio per il 50% in Spagna e per il 49% in Italia): riduzione del traffico cittadino potenziando i mezzi pubblici, riduzione del commercio stradale puntando sul ferroviario e sul navale, riscaldamento da impianti alternativi (come il teleriscaldamento); ed inoltre tutto ciò che in modo inversamente proporzionale può aiutare a raggiungere tale obiettivo come potenziamento delle aree verdi, riutilizzo delle aree edilizie dimesse anziché di crearne di nuove, isolamento termico adeguato negli edifici, insomma una serie di obiettivi che riuscirebbero a dare un notevole contributo al taglio delle emissioni di CO2 senza ricorrere al nucleare o al sotterramento della CO2 stessa…
Nessun commento:
Posta un commento