sabato 30 gennaio 2010

ABUSIVISMO EDILIZIO E IPOCRISIA...

Proprio in questi giorni ad Ischia si sono verificati violenti scontri tra alcuni abitanti del luogo e i poliziotti mandati per consentire la demolizione di una villetta abusiva. Infatti, un provvedimento firmato dai pm Antonio D’Alessio e Aldo De Chiara previsto la demolizione di un edificio abusivo ad un solo piano, di 70 mq: all’arrivo della ruspa alcuni abitanti del posto sono insorti contro la demolizione e ne è scaturita una manifestazione violenta in cui sono rimasti feriti alcuni poliziotti mandati sul posto per consentire la demolizione. Una signora del luogo, intervistata da un TG nazionale, afferma che la colpa di questo è delle istituzioni che negli anni non ha permesso di costruire in certi luoghi. Sì, avete letto bene: i residenti hanno costruito perché nel tempo le istituzioni hanno sempre vietato a loro di costruire e loro avevano bisogno di costruire! INCREDIBILE!!! Poi però viene giù una frana, come successo poche settimane fa, investe questi edifici, ci scappa il morto e poi si pretende che lo Stato paghi. Eh no cari miei, qui non ci siamo proprio.
Certamente lo Stato ha le sue colpe profonde quando non destina denaro pubblico a sufficienza per la difesa del territorio e quindi per mettere in sicurezza alcuni luoghi, ed hanno le loro colpe anche le istituzioni (dallo Stato al Comune) quando non viene attuata una vera politica urbanistica, quando si permette di costruire legalmente su terreni dove non si potrebbe, quando manca un’attività di sorveglianza e di controllo per impedire che le opere abusive arrivino a compimento. Ma non dobbiamo però dimenticare le colpe dei cittadini: è il cittadino incoerente che si ostina a voler costruire su zone dove è vietata la costruzione, su terreni dissestati, sui letti dei fiumi, nei pendii fragili: poi però ci si lamenta se una frana distrugge la propria abitazione e ci scappa il morto.
Una politica di salvaguardia del cittadino e del territorio va fatta e condotta da ambo le parti, dalle istituzioni e dai cittadini, altrimenti se lo fa una sola parte non se ne verrà mai fuori. Ci sono ad Ischia centinaia di case abusive, ed è ora di demolirle (e così si dovrà fare in tutta Italia): si devono demolire per evitare il degrado completo del territorio, si devono demolire per garantire la sicurezza delle altre costruzioni limitrofe, si devono demolire per la semplice incolumità di che le abita. Lo Stato deve garantire l’incolumità dei suoi cittadini: altrimenti facciamo un accordo, ovvero voi residenti rimanete nelle vostre case abusive ma alla prossima frana silenzio e non pretendere un solo centesimo di euro per la ricostruzione!
È arrivato il momento di fare il pugno duro. Ha ragione l’assessore regionale campano all’Urbanistica Gabriella Cundari quando sostiene che “il continuo ricorso da parte del governo alla procedura del condono ha abituato la gente a costruire in modo abusivo con la certezza che dopo pochi anni sarebbe giunta la norma risanatrice”. Parole sante!!! E come risponde il governo? Al Senato è stato fatto in questi giorni un emendamento al decreto Milleproroghe (firmato dai pidiellini Carlo Sarro e Vincenzo Nespoli, ma appoggiato anche da alcuni esponenti PD…) il quale vorrebbe riaprire il condono edilizio fino al 31 dicembre 2010 per poter condonare gli abusi realizzati fino al 31 marzo 2003 anche su beni ambientali e paesaggistici, in barba ad ogni norma possibile!!! SCELLERATI. Lo ricordate Berlusconi nell’ultima campagna elettorale per le politiche 2008? “Mai più nessun condono edilizio” disse. Eh sì… Già il “Piano casa”, voglio dire… non è stato un gran atto per il nostro territorio, visto che si può costruire in deroga alle normative vigenti: se ora passasse anche il nuovo condono…
Le colpe sono di tutti, amministrazioni e cittadini, ma basta essere incoerenti: i Comuni tornino (o meglio dire, comincino) a fare una seria politica di controllo del territorio (un edificio abusivo non si fa in una settimana, possibile che edifici enormi non vengano visti durante la loro costruzione?), ma allo stesso tempo i cittadini si rendano consapevoli che se in un luogo non si può costruire un motivo c’è e va rispettato. Ed ora avanti con le demolizioni!

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