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martedì 1 dicembre 2009

PAPUA NUOVA GUINEA: ecco il mondo perduto

La notizia è dello scorso mese di settembre e si tratta di una scoperta sensazionale avvenuta nella Papua Nuova Guinea: una spedizione di scienziati ha scoperto sul Monte Bosavi un “mondo perduto” ove sono state trovate specie animali mai scoperte prima.
La Papua Nuova Guinea è un’immensa isola posta a nord dell’Australia, con clima equatoriale: il Monte Bosavi, dove è stata fatta la scoperta, si trova nell’interno dell’isola ed è un cratere di un vulcano ormai spento da oltre 200.000 anni con pareti alte mille metri ricoperte di fitta vegetazione. Cosa ha fatto questa spedizione? Ha risalito il Monte Bosavi e si è calata nel cratere, scendendo al suo interno anche per mille metri, sempre dentro una vegetazione fittissima e con un clima piuttosto freddo ed umido: appena entrata nel cratere, la spedizione ha attivato una telecamera all’infrarosso in grado di rilevare il movimento di essere viventi in base al calore che emettono. Praticamente, una zona dove non è mai entrato nessun essere umano prima d’ora. Questo isolamento ha portato alla creazione di un ambiente a sé, ove sono state scoperte specie davvero incredibili, delle quali non si sapeva l’esistenza. Tra queste:
  • Bosavi lanoso: si tratta di un ratto della lunghezza di ben 82 cm, del peso di 1,5 kg, vegetariano, che vive nelle cavità degli alberi o sottoterra, che ha una folta pelliccia bruno-argentata, dall’aspetto meno ripugnante dei nostri comuni ratti e che non ha mostrato alcun segno di paura alla vista degli esseri umani. Il nome non è però ancora stato riconosciuto dal mondo scientifico;
  • Litoria sauroni: si tratta di una delle 16 nuove specie di rane scoperte nel cratere;
  • Tube-nose bat: una specie di pipistrello;
  • Bosavi silky cuscus: un tipo di marsupiale;
ed ancora l’uccello del paradiso, un super ragno, 3 nuove specie di pesci (di cui una emette un grugnito da una piccola vescica), un geco mai visto e un bruco nero e giallo (una sorta di “insetto stecco” ricoperto di pelo e lungo come l’avambraccio di un uomo).
Quindi una scoperta davvero sensazionale per il mondo scientifico, così come sostiene Kristofer Hengel, dello Smithsonian National Museum of Natural Histoiry (http://www.mnh.si.edu), chiamato sul posto dagli scienziati della spedizione: dopo la spedizione è stato realizzato un interessante documentario per la BBC. La scoperta è tra l’altro avvenuta in un paese, come la Papua Nuova Guinea, che già di per sé è un’area di grandissimo interesse biogeografico per il fatto che ci sono specie che appartengono sia alla fauna asiatica sia alla fauna australiana ed è quindi assai preziosa perché è un ponte tra due regioni con faune molto ricche e diverse tra loro, così come sostiene Francesco Petretti (etologo e docente di Gestioni Animali dell’Università di Camerino), intervistato per il quotidiano la Repubblica da Luigi Bignami.
Come è possibile che esistano nel nostro pianeta degli ambienti così sconosciuti? È possibile perché si tratta di ambienti cosiddetti “conservativi”, ovvero che riescono a mantenere inalterate le loro caratteristiche nel tempo, soprattutto in funzione del fatto che non risentono di trasformazioni esterne praticate dal genere umano. Naturalmente, ci sono ancora molte aree sparse per il pianeta che sono ancora “vergini” e che rappresentano dei veri e propri gioielli per il mondo scientifico. Tra l’altro il progredire della tecnologia ha portato a dei risultati straordinari per la scoperta di nuove specie, soprattutto sono migliorate le tecniche di analisi del Dna che permettono di differenziare le specie come mai prima d’ora. Questo consentirà di scoprire presto altre specie di quella stragrande maggioranza di specie animali di cui ignoriamo ancora l’esistenza, visto che è stimabile che oggi si conosca appena il 10% delle specie animali (e vegetali) realmente esistenti.

martedì 3 novembre 2009

A RISCHIO ESTINZIONE IL 36% DI FLORA E FAUNA!!!

Trovo davvero sconcertante, oltre che allarmante, questa notizia pubblicata stamattina dall'ANSA e che è stata diffusa dalla IUCN (Unione Internazionale per Conservazione della Natura, http://www.iucn.it), in base alla quale più di un terzo della flora e della fauna del mondo è a rischio di estinzione.
Sono i risultati dell'ultimo aggiornamento della cosiddetta "lista rossa" delle specie della IUCN, reso noto a Gland (Svizzera): secondo questa lista, ben 875 specie (pari a circa il 2% del totale) sono già estinte o estinte allo stato selvaggio in natura, mentre sono seriamente minacciati di estinzione il 21% dei mammiferi, il 30% degli anfibi, il 12% degli uccelli, il 28% dei rettili, il 37% dei pesci di acqua dolce, il 70% delle piante ed il 35% degli invertebrati!!! Vediamo nel particolare.
Mammiferi. Su 5.490 specie, 79 sono estinte o estinte allo stato selvaggio in natura, 188 sono gravemente minacciate, 449 sono in pericolo e 505 sono vulnerabili! Tra le varie specie in pericolo, citiamo la tigre (secondo il WWF sono appena 3.200 tra Russia orientale, India ed Indonesia).
Anfibi. Su 6.285 specie, 39 sono estinte o estinte allo stato selvaggio in natura, ma ben 1.895 sono in pericolo di estinzione (ovvero 484 gravemente minacciate, 754 in pericolo e 657 vulnerabili).
Rettili. Su 1.677 specie, 22 sono estinte o estinte allo stato selvaggio in natura e 469 sono minacciate di estinzione.
Invertebrati. Su 7.615 specie, ben 2.639 sono minaccaite di estinzione.
Molluschi. Su 2.306 specie, ben 1.036 sono minacciate di estinzione.
Pesci di acqua dolce. Su 3.120 specie, ben 1.147 sono minacciate di estinzione.
Le cause sono sempre le stesse: inquinamento delle acque, inquinamento atmosferico, urbanizzazione selvaggia, pesca illegale, disboscamento, caccia illegale, conseguente cambiamento climatico con fenomeni estremi. Una lunga serie di cause che portano tutte ad un unico colpevole: l'UOMO... E il 2010 sarà l'ANNO INTERNAZIONALE DELLa BIODIVERSITA': servirà a qualcosa?

martedì 29 settembre 2009

ITALIA: CACCIA NO LIMITS...

Lo scorso 23 settembre 2009 doveva essere votato alla Camera (durante l’esame della legge comunitaria) l’emendamento presentato da Gianluca Pini (Lega Nord) per stravolgere la famosa legge quadro che regola la caccia in Italia. Come mai? Beh, già più volte l’Unione Europea ha accusato il nostro paese di usare deroghe a raffica per ampliare la stagione di caccia (ed accaparrarsi così anche i voti dei cacciatori…), quindi meglio ritentare ancora ed aumentare le deroghe! Per fortuna, però, l'emendamento è stato ritirato, anche se la discussione è stata solo posticipata ad ottobre: il ritiro è nato dallo scontro tra lega Nord ed ex Alleanza Nazionale. Attualmente la legge in vigore stabilisce che i termini della stagione di caccia “devono essere comunque contenuti tra il 1° settembre ed il 31 gennaio”: la Lega Nord vorrebbe sostituire questa parte con un discorso più generico, ovvero: “I termini devono comunque garantire il rispetto della direttiva 79/409/Cee per le specie in essa tutelate”. Il che vorrebbe dire poter sparare anche in piena estate, durante la stagione turistica, cacciando anche le specie migratorie che volano verso altre zone per riprodursi.
Già non eravamo ben visti dall’Unione Europea per la nostra legge in materia un po’ troppo permissiva (abbiamo già 4 procedure di infrazione…): infatti alcune Regioni (come la Lombardia ed il Veneto) hanno già varato alcune proprie leggi che sono state bocciate dalla Corte costituzionale italiana ed hanno portato il nostro paese nella condizione di infrazione della direttiva comunitaria. Siamo sempre i migliori… Danilo Mainardi, docente di ecologia a Venezia e presidente onorario della Lipu (Lega Italiana Protezione Uccelli, http://www.lipu.it), così come riportato da Antonio Cianciullo sul quotidiano La Repubblica di martedì 22 settembre 2009, afferma preoccupato: “Il rischio concreto è che si apra una stagione segnata da una catena infinita di deroghe che di fatto annullerebbe ogni vincolo. Siamo di fronte ad un vero e proprio colpo di mano perché il governo, proprio per le polemiche suscitate dai precedenti tentativi, aveva deciso di non inserire la caccia nella legge comunitaria 2009”. Anche Nino Morabito di Legambiente (http://www.legambiente.eu) è preoccupato ed afferma: “Oltre all’emendamento in Comunitaria, in Parlamento pende una seconda minaccia: la legge mille deroghe, voluta da una fazione della maggioranza, equivale ad una dichiarazione di guerra agli animali”.
Sapete qual è stata la spiegazione dei parlamentari della maggioranza di governo che avevano sottoscritto gli emendamenti per modificare la legge quadro sulla caccia? Quella di voler contenere la pressione di animali che si sono moltiplicati in maniera incontrollata, come i cinghiali! Ammettiamo che sia vera l’invasione di cinghiali (mah…) e che possa essere lecito continuarne la caccia, questo però non giustifica il fatto che il nuovo emendamento consenta ai cacciatori di sparare in qualsiasi tempo dell’anno a specie anche in via di estinzione come il fagiano di monte, la pernice sarda, la beccaccia, la moretta o il frullino, tutte a forte rischio di estinzione sia per la loro caccia sfrenata, sia per la distruzione dei loro habitat naturali, sia per il disturbo della loro riproduzione.
Cosa comporterebbe la modifica alla legge sulla caccia? Semplice: aumenterebbe il numero di specie cacciabili (già ora l’Italia, assieme alla Francia, ha il più alto numero di specie cacciabili in Europa…), si potrebbe sparare anche dopo il tramonto, si potrebbe cacciare sulla neve, si potrebbe sparare d’estate con forte rischio per i turisti e per coloro che si trovano all’aria aperta, si potrebbero cacciare specie che stanno migrando verso altre zone per riprodursi.
Insomma un vero disastro, tipico italiano: perché non ci rendiamo conto che stiamo distruggendo tutto? Stiamo distruggendo un habitat che non è nostro, è delle specie viventi che lo abitano (ovvero noi, ma anche animali e piante) e non di una specie in particolare. Già stiamo distruggendo quello che di naturale ci circonda con inquinamento di ogni tipo e cementificazione senza freno, in più vogliamo contribuire alla distruzione totale mettendo in serio pericolo molte specie animali. Sia chiaro: io non sono un cacciatore ma non ho niente contro chi pratica la caccia, però ci sono delle regole comunitarie (giustamente) che devono essere rispettate, sono state fatte proprio per preservare quei loghi e quegli habitat che alcuni paesi (come il nostro) non sono in grado di proteggere. E noi che facciamo? Contribuiamo alla distruzione: gli animali siamo noi e non quelli che vengono cacciati!